L’antennone della discordia verrà “nascosto” dagli alberi

Uggiate con Ronago Era stato al centro di polemiche, ricorsi e indagini. Intervento del Comune da 40mila euro per renderlo meno d’impatto

L’“antennone” di via Donatori di Sangue, a ridosso del centro sportivo comunale di Uggiate, sarà circondato da alberi tipici della nostra zona e da un filare di siepi.

Costo della “mitigazione ambientale” , come si chiama l’operazione in termine tecnico: 40mila euro, cifra enunciata in consiglio comunale sabato mattina durante la presentazione della maxi variazione di bilancio da un milione e 730 mila euro predisposta dalla Giunta e, in particolare, dall’assessore Giacomina Arrighi.

Una fitta serie di voci tra entrate, uscite, contributi ed investimenti e sulla “mitigazione ambientale” è intervenuta Rita Lambrughi, già sindaco di Uggiate ed ora consigliera di minoranza per il Gruppo “Uniti per Unire”.

Ha espresso soddisfazione: «Finalmente – ha detto – è un progetto che ci stava molto a cuore, dal punto di vista ambientale e sociale, ma ha incontrato una serie di problemi lungo il percorso. Per questo, i tempi si sono allungati».

Mitigazione ambientale

Tempi lunghi tre anni.Infatti, sono cominciati nella primavera del 2021: improvvisamente, da un giorno con l’altro, i residenti nei dintorni del campo sportivo si sono trovati un antennone tra le case, impianto visibile in tutta la zona. Uno c’era già, a distanza di pochi metri e un altro faceva pendant a cento metri in linea d’aria, ai confini con Faloppio. Tutto regolare dal punto di vista urbanistico ed edilizio: il datato piano di governo del territorio indicava l’area come idonea per l’insediamento delle antenne di telefonia. Ma nel frattempo, erano state costruite case e casette e il centro sportivo continuava ad essere frequentato da centinaia di ragazzini, da tifosi e da accompagnatori.

Fu mobilitazione popolare: in pochissimi giorni, furono raccolte 194 firme su una petizione che chiedeva la rimozione dell’impianto, ad alto impatto estetico e un punto interrogativo sulle emissioni. La petizione arrivò in Comune che non avrebbe avuto strumenti per impedire il manufatto: lo stesso sindaco Lambrughi si era personalmente informata da altri colleghi nella stesse controversie – antennoni: tutti impotenti ad accogliere ricorsi. La petizione pervenne anche al Prefetto e poi finì alla Procura della Repubblica, con la richiesta di un provvedimento a tutela della salute dei cittadini. Il pubblico ministero Simone Pizzotti affidò l’indagine alla Polizia Locale Terre di Frontiera e la conclusione fu un nulla di fatto: non sono dimostrabili gli effetti negativi degli antennoni.

La decisione

E la controversia si fermò. Non rimaneva che attutire l’impatto estetico e la Giunta comunale dispose un progetto per circondare di verde l’antennone, con la prospettiva di recuperare il finanziamento necessario.

L’esecutivo presieduto da Ermes Tettamanti ha «tirato fuori dal cassetto la proposta di mitigazione ambientale», per usare le parole che il sindaco ha pronunciato in consiglio comunale, nell’ambito della ricognizione sulle opere in lista d’attesa, ricognizione effettuata nei primi cento giorni dell’amministrazione eletta nel giugno scorso.

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