L’assessore sul caos treni: «In tre mesi voglio risultati»

L’intervista Lucente (Trasporti): «Input chiari e io faccio test in incognito». Sui ritardi: «Calo dell’indice di puntualità del 10% da novembre va risolto»

Tre mesi di tempo per avere «una sterzata» e fin da subito «la necessità di una comunicazione diversa e puntuale con gli utenti». L’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente (FdI ieri a Como analizza i problemi per i pendolari da novembre cresciuti in modo significativo.

Assessore, ha convocato Trenord e Rfi dopo i continui problemi con ritardi e disagi. Le gente si aspetta risposte e che anche la politica tocchi con mano quello che accade. Luogo comune è pensare che alla fine l’assessore regionale gira con l’auto blu e, quindi, non sa di cosa si parla realmente. Lei cosa risponde, ha fatto dei test in incognito per capire la situazione personalmente?

Io giro con l’auto nera, che è la mia ed è una 500. Preferisco girare con la mia e non con l’auto blu. Se preferisco prendere il treno lo prendo anch’io e, proprio perché in incognito non dico alla gente se vado a fare dei giri sui treni, ma ne ho già fatti parecchi.

Lei sta facendo dei test, quindi?

Sì. E le dico di più. Stiamo seguendo anche dal punto di vista mediatico quello che succede e ci saranno a breve delle novità. Ad ogni modo non sono indifferente al problema e il fatto stesso di aver voluto un incontro mensile con Rfi e con Trenord è legato proprio al fatto che non sono indifferente. Voglio risolvere il problema. Come ho già detto più volte non ho bacchetta magica e non lo potrò risolvere al 100%, ma non mi fermo...

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Che obiettivi si dà lei in un tempo ragionevole?

Io capisco che ci sono problematiche sulla rete di servizio e anche i treni più vecchi magari creano problematiche - e su questo interverremo con il cambio della flotta - però un conto è nell’arco di un mese o due avere calo della percentuale di puntualità legato a queste problematiche che sia dell’ 1 o 2%, altro è come è successo tra novembre e gennaio del 10% in alcune tratte e quello un problema. Quindi io inizio ad abbattere questa problematica, poi un piccolo ritardo un treno su 10 lo farà, ma bisogna rendere il servizio più confortevole ed efficiente dando una corretta comunicazione.

Proprio sul nodo comunicazione lei era già intervenuto dicendo che si deve intervenire subito per dare una corretta informazione agli utenti....

Ed è proprio quello che ho chiesto nella riunione che si è tenuta e sulla quale stiamo lavorando. Io voglio che nel più breve tempo possibile si parlino Rfi e Trenord e quando dipende dall’uno o dall’altro diano un’immediata comunicazione all’utenza perché possa eventualmente scegliere un altro treno o un mezzo sostitutivo.

Sempre più spesso accade che si sale su un treno, ma poi si ferma prima della destinazione finale. Una persona che si deve muovere pianifica il viaggio ovviamente anche in base alla stazione di partenza e di arrivo, non si può scaricare tutti a cinque chilometri o più come se nulla fosse. E non parliamo di casi eccezionali.

È verissimo. Noi dobbiamo sicuramente ridurre questi casi, ma bisogna anche andare all’origine del problema. Molto spesso incidono anche i passaggi a livello e la cosiddetta “lettura”. Faccio un esempio banale: se un cane attraversa il passaggio a livello blocca un treno e, a cascata, si bloccano tutti. Questo per dire che quello che può sembrare semplice in realtà è molto complesso e complicato.

Ma Trenord le ha dato delle rassicurazioni?

Certo che mi ha dato delle rassicurazioni, ma anche perché me le sono prese. Sono l’assessore, mi prendo le mie responsabilità, ma dò anche degli input, delle indicazioni e lavoro per migliorare questo servizio.

Avranno anche delle penali in caso di inadempienze...

Sì certo, e noi incassiamo le penali. Ma come dico sempre non mi interessa incassare tante penali poiché preferisco dare un servizio e non un disservizio.

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Pochi giorni fa abbiamo intervistato l’ex assessore del Comune di Como di Fratelli d’Italia, Marco Butti, che è un pendolare di lungo corso. Cosa risponde alle lamentele (non certo isolate) del suo collega di partito?

Ho letto e dico che non devo prendere lezioni da nessuno né fare io lezioni a qualcuno. Ma proprio perché è un amministratore sa bene le difficoltà che ci sono e non è solo la promessa di risolvere la puntualità dei treni. Il problema è più complesso, è legato anche alla burocrazia e molto anche all’infrastruttura perché, anche se non lo diciamo mai, se un problema è legato all’apertura di un treno ne rispondo io come assessore ai Trasporti, ma se è legato al binario è un problema infrastrutturale. Poi, di riflesso, è sempre il treno che ne risponde e l’utenza non ha la capacità di scindere le due cose. Però ripeto: noi ci stiamo lavorando e io voglio dare una sterzata riducendo questo tasso di “altalenanza” che c’è tra un mese e un altro di percentuale di puntualità.

Quanto tempo ha dato lei per vedere delle risposte concrete?

Tre mesi. Ad aprile farò un resoconto nel quale dovrò avere dei risultati di miglioramento rispetto a quelli che abbiamo avuto tra novembre e gennaio.

Ultima cosa visto che ha detto prima che gira anche in incognito. Ha mai provato a fare questa tratta da Como a Milano o ha in programma di farla?

L’ho già fatta, ma ci voglio ritornare perché un treno che fa ritardo fa molto più rumore di cento che arrivano in orario. Il sopralluogo che ho fatto in questa tratta ha avuto esito positivo, ma non mi fermo perché possono capitare anche treni che non vanno e quindi voglio avere un quadro più completo.

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