L’importanza di donare il midollo raccontata da chi lo ha fatto: «So che lo ha ricevuto una donna francese, le auguro una vita felice»

Villa Guardia Gaia Pelegatta, 37 anni, racconta la sua esperienza unica. Grazie a lei una donna francese ha potuto sottoporsi al trapianto

«Tutto è iniziato quando ho avuto un contatto con una famiglia il cui figlio era affetto da leucemia. Certe situazioni ti entrano dentro e non si dimenticano, così ho pensato che un giorno anche io avrei potuto fare del bene. Ora il mio sogno è realtà, essere la speranza per qualcuno è una sensazione che non potrò mai scordare».

Sono ormai passate due settimane da quando Gaia Pelegatta, 37 anni, ha donato il midollo, ma nel raccontare quell’esperienza la sua voce è ancora carica di emozione.

La donna infatti, residente a Olgiate Comasco e titolare di un’attività a Villa Guardia, sa che il suo gesto può aver salvato una vita. Non conosce l’identità della persona che ha ricevuto il midollo, sa solo che si tratta di una donna francese a cui ora va il suo pensiero, nella speranza che l’operazione sia andata bene e che possa presto iniziare una nuova vita, che non sarebbe stata possibile senza il gesto di Gaia.

Una possibilità su centomila

«È difficile trovare qualcuno di compatibile, c’è una possibilità su 100mila - ha raccontato ieri Pelegatta -. Sono iscritta in Admo (Associazione donatori di midollo osseo) da dieci anni ma non ero mai stata chiamata, finché mi hanno contattato da Erba, dove io avevo fatto il primo prelievo per essere inserita nella banca dati. Mi hanno detto che c’era una persona che poteva essere compatibile: dopo un mese l’altra telefonata da Milano, al San Raffaele, per dirmi che avevano trovato la compatibilità giusta, ero felicissima. Abbiamo quindi fissato la data: 19 dicembre». E così è stato. «La cosa bella è che il donatore viene tutelato tantissimo, vengono fatti esami completi per vedere la totale idoneità, poi c’è un altro esame a distanza di una settimana dalla donazione e un’ecografia, si è costantemente controllati - ha aggiunto Gaia -. Il prelievo dura 4 o 5 ore e non provoca nessun dolore, c’è solo un leggero fastidio qualche giorno prima durante la preparazione, come se si avesse la febbre, ma rispetto al gesto che si fa non è assolutamente nulla. Hai addosso un benessere psicologico. Il giorno dopo ero già al lavoro. Io non so ancora com’è andato il trapianto, so solo che si tratta di una donna francese. Il mio pensiero va a lei, le auguro una vita nuova e felice».

Cosa significa donare

Come racconta Gaia, non tutti sono a conoscenza di cosa significhi donare il midollo e di come si possa contribuire a salvare una vita, con un piccolo sforzo. «È un peccato che non ci sia molta informazione a riguardo. Chi dona viene preso da un vortice di emozioni positive, il pensiero di fare del bene ti mette addosso qualcosa di magico – ha concluso – dall’altra parte c’è chi, con tutta la sua forza, sta combattendo una battaglia contro la malattia. A noi donatori non costa nulla, per chi riceve invece siamo fortuna, speranza, miracolo. Chiamatelo come volete, ma iscrivetevi e affrontate l’esperienza più significativa della vostra vita» è il suo appello finale.

Per diventare donatori di midollo bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni: una volta iscritti su Admo, si viene contattati per tutte le informazioni necessarie. Servirà quindi l’analisi di un campione di sangue o di saliva dal quale ricavare il profilo di donatore ed entrare nel registro italiano donatori midollo osseo, sperando poi di essere chiamati e contribuire così a salvare una vita. Un grande gesto di altruismo, che cambierà la prospettiva non solo di chi lo riceve, ma anche di chi lo compie.

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