Maceroni: «Il mio Giro d’Italia rock»

Personaggi Con la sua chitarra elettrica ha suonato la versione rock dell’inno d’Italia, all’interno di un grande appuntamento sportivo: il Giro d’Italia

È spuntato lì davanti, un’altra volta. Con la sua chitarra elettrica a suonare la versione rock dell’inno d’Italia, all’interno di un grande appuntamento sportivo. Giulio Maceroni, di Uggiate, lo aveva fatto già due volte in MotoGp (sulla griglia di partenza del Gp di San Marino a Misano, 2022 e 2023), e una volta a Cortina nella Coppa del Mondo di sci. Stavolta si è esibito sulla linea di partenza della tappa del Giro d’Italia che partiva da Riccione. Lui, con la chitarra elettrica a suonare l’inno di Mameli, davanti ai quattro big delle classifiche di corsa (Pogacar, Tiberi, Ceschke e Milan) e a tutto il gruppo lì dietro.

Un’altra performance finita in diretta sulla Rai e su Eurosport e accompagnata dall’entusiasta partecipazione popolare, con la gente che cantava l’inno a squarciagola. Maceroni non si è limitato a questa performance. Infatti è stato invitato a suonare la sera, nel villaggio della corsa, alla fine delle tappe, per una mezzoretta, accompagnato da un corpo di ballo. Lo ha fatto per sette tappe, l’ultima delle quali al Mottolino di Livigno, domenica scorsa. In teoria dovrebbe esibirsi anche nella tappa conclusiva di Roma, domenica, ma la presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, potrebbe cambiare tutto il cerimoniale. Si vedrà. Maceroni ha seguito la corsa rosa con la carovana, immergendosi nell’atmosfera del Giro d’Italia e rimanendo a contatto con i campioni e protagonisti rimanendo affascinato dal clima colorato della corsa.

«Il ciclista più rock? Tiberi, viste le feste che mi ha fatto... Non chiedetemi quale delle tre esperienze sia stata la più bella, perché tutte e tre sono state a loro modo uniche. La MotoGp ti trasmette un sentimento di sacralità, sulla linea di partenza si percepisce la tensione, il pericolo resta nell’aria, sospeso. Sei in un ambiente ovattato. Dell’esperienza nella Coppa del Mondo di sci mi è rimasta impressa la location, il fatto di suonare sulla neve, lontano da tutti, come se fossi sulla luna. Molto suggestivo. Del Giro mi è rimasta la passione popolare. Una festa che è davvero della gente. Cantavano l’inno così forte che non sentivo neppure più le note in cuffia... E poi il viaggio nella carovana è stato qualcosa di indimenticabile: mi chiedevano autografi quasi fossi un ciclista anche io...». MotoGp, Sci, Giro: a occhio mancano solo calcio e F1. Vuoi vedere che...

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