Milano e le curve pericolose, un’inchiesta-terremoto

Il caso Gli arresti dei capi ultrà di Inter e Milan e le infiltrazioni criminali. Don Ciotti: «A inquinare il calcio è stato prima un capitalismo senza ideali»

Un’inchiesta che ha sollevato il velo sulle curve di Milan e Inter e i rapporti di diversi soggetti con la criminalità e scosso il mondo del calcio e non solo. Esplosa tra settembre e ottobre, arrivata anche a individuare i presunti responsabili di un tentato omicidio di cinque anni fa nel cuore di Milano.

Le indagini

Dal blitz di polizia e guardia di finanza di tre settimane fa sono scattati 19 arresti. «Le indagini – ricorda l’Ansa, che riporta l’ordinanza del Gip di Milano Domenico Santoro - si sono concentrate soprattutto negli anni 2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)». Intanto è stata disposta una scorta di quarto livello per il pubblico ministero della Dda Paolo Storari, titolare del fascicolo assieme alla collega Sara Ombra, già sotto scorta da tempo per altre inchieste, rammenta sempre l’agenzia.

Da parecchio c’era attenzione sulla criminalità entrata negli stadi in cerca di affari, mescolandosi tra gli ultras.

«A inquinare il calcio è stato, prima della criminalità organizzata, un capitalismo senza ideali – scrive don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nell’editoriale del numero di Lavialibera “Curve pericolose”–, che per massimizzare i profitti è disposto a mettere tutto il resto tra parentesi, a partire dall’etica».

Non meno inquietante il rapporto dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, a opera del ministero dell’interno. Anche a prescindere dai legami che dovrà appurare fino in fondo l’inchiesta, il fenomeno della violenza è tutt’altro che debellato in Italia.

I numeri

Durante il campionato 2022-2023 sono stati complessivamente monitorati dall’Osservatorio 2.662 incontri di calcio, di cui 381 di Serie A, 390 di Serie B, 1.188 di Serie C, 519 di campionati dilettantistici, 46 di competizioni internazionali, 113 di Coppa Italia e di Coppa Italia di Serie C, 25 amichevoli. Il numero degli operatori della sicurezza impiegati nei servizi di ordine pubblico è aumentato rispetto alle precedenti stagioni: questa riflessione vale anche se si fa il confronto con il campionato 2018-2019, l’ultimo disputato prima dell’emergenza da Covid-19. Da 217.692 di allora si è saliti a 234mila.

Il concorso del personale delle Specialità della Polizia di Stato nella stagione considerata è stato pari a 3.100 operatori della Polizia Stradale ed a 3.698 della Polizia Ferroviaria.

Gli incontri con feriti sono cresciuti da 90 a 113, i feriti tra i civili da 92 a 100 e tra le forze dell’ordine da 102 a 147, tra gli steward invece da 15 a 12. I 1.835 denunciati sono diventati oltre 2mila, gli arrestati (cinque anni fa 102) 125. Rispetto alla stagione 2021-2022, si riscontra un peggioramento degli indici con particolare riferimento alle voci relative agli “incontri con feriti” e ai “feriti tra le forze dell’ordine”. Altro dato che fa riflettere: questo è particolarmente vero negli incontri dei campionati dilettantistici che sono stati monitorati e negli incontri internazionali.

Tutto ciò accade negli stadi e non solo. Sono state «rilevate alcune particolari e rilevanti criticità lungo le arterie autostradali, legate soprattutto al transito concomitante di tifoserie rivali lungo la stessa tratta viaria».

Le piazze “calde”

Anche per la stagione 2022-2023 la rivalità tra le opposte fazioni si è confermata come il principale motivo di criticità (54% del complessivo). «In particolare, si sono registrati 155 episodi di scontro tra le tifoserie rivali rispetto ai 113 della scorsa stagione, mentre il numero delle aggressioni contro le forze dell’ordine è aumentato da 9 a 22» è il verdetto. I luoghi vicino agli impianti sportivi e comunque ricompresi nel contesto sono quelli più critici per la gestione dei servizi di ordine pubblico, con il 60% delle condotte illegali.

Il 32% degli episodi registrati è avvenuto all’interno degli impianti sportivi. Gli incidenti provocati lungo le vie di trasporto dai tifosi in trasferta, sono “solo” l’8% del totale, ma pesano in diversi casi per le conseguenze causate.

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