Nessuno vuole fare il giudice a Como

Tribunale Giustizia penale al collasso: in servizio al dibattimento soltanto quattro togati. Mai successo prima. Da sei anni i bandi per coprire posti mancanti vanno deserti

Il presidente della sezione penale del Tribunale, Carlo Cecchetti, non è tipo da piangersi addosso o abbattersi facilmente. E infatti prova a scacciare l’ansia allargando le labbra in un sorriso, che ha però un sapore amaro. «Non era mai successo che a Como ci fossero in servizio effettivo soltanto quattro giudici togati» dice per tratteggiare la situazione in cui lui e le sue colleghe (i giudicanti in città, presidente escluso, sono tutte donne) si ritrovano. Ma l’immagine migliore che descrive la situazione della giustizia penale in riva al Lario è un’altra: «Negli ultimi sei anni tutti i bandi per un posto da giudice penale nel nostro Tribunale sono stati deserti». Come dire: fare il giudice a Como? Fossi pazzo, anche no. Ma prima di comprenderne i motivi, meglio concentrarsi sulle conseguenze di tutto ciò. Con una premessa.

Cause e conseguenze

Se uno si connettesse al sito del Tribunale di Como potrebbe pensare che i numeri forniti poco sopra non sono reali. I giudici in elenco, infatti, risultano essere sette. Ma da quell’elenco va cancellata una “toga”, che si è trasferita ormai da mesi nella sezione dei giudici delle indagini preliminari. E altre due magistrate sono in maternità da autunno.

Le conseguenze appaiono fin troppo ovvie: un allungamento inevitabile della durata dei processi. O, meglio, della fissazione della prima udienza e dei rinvii dei dibattimenti che richiedono più udienze.

Qualche esempio: a oggi le prime date disponibili per vedere un fascicolo approdare nella “pre-dibattimentale”, una sorta di filtro introdotto dalla Cartabia, sono tra fine gennaio e i primi di febbraio del 2026, ovvero tra oltre un anno.

«Una cosa buona per fortuna c’è - cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno il presidente Cecchetti - Le pre-dibattimentali stanno funzionando. Nel senso che tra l’80 e il 90% dei fascicoli trovano una soluzione già in quell’udienza» riducendo così sensibilmente il numero di casi da trattare in processi in cui citare testimoni e sentire imputati. Ma perché Como è una destinazione così snobbata dai magistrati? I motivi sono sostanzialmente due. Il primo ha a che fare con la vicinanza con Milano e con Monza, destinazioni ben più gettonate soprattutto da chi intende avviare una carriera in magistratura. Il secondo, invece, è matematico: un giudice che dovesse approdare oggi a Como si troverebbe fin da subito un numero elevatissimo di fascicoli da trattare.

I numeri

«Al momento - sottolinea ancora Carlo Cecchetti - i fascicoli pendenti nel monocratico (ovvero per tutti quei reati giudicati da un solo giudice ndr) sono circa 2000, mentre per il collegiale (ovvero di fronte a tre giudici ndr) siamo a circa 130 fascicoli». Questo significa che un nuovo giudice si troverebbe sulla scrivania non meno di 300 casi da processare nel giro di pochi mesi. E per fortuna che per il monocratico il Tribunale di Como può contare su due giudici onorari, che ora dovranno dare una mano a completare la composizione anche del collegiale.

«Ora non resta che vedere se nei prossimi bollettini sarà bandito qualche posto per Como» conclude il presidente. Ma visti i precedenti, non c’è molta fiducia che arrivino rinforzi in tempi brevi.

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