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Intervista Anche a quattro, sei mesi dall’ultimo richiamo: «Il doppio vaccino? Sarà ancora possibile, senza rischi o effetti collaterali. Resta consigliata la mascherina»
Sono in arrivo sei milioni di casi d’influenza e una ripresa dei contagi da Covid. Senza allarmismi ed eccessive paure dobbiamo prepararci ad affrontare l’arrivo del freddo. I vaccini sono la migliore arma di difesa, non conviene attendere l’ultimo aggiornamento utile. Fragili e anziani sono sempre i più a rischio.
Non bisogna fare come con gli smartphone e correre in negozio appena esce il modello nuovo. Se una persona ha bisogno di rinnovare la protezione è bene faccia il vaccino al momento disponibile senza attendere ancora. Certo le vaccinazioni sono e saranno sempre in continuo aggiornamento. Ma funzionano tutte, è dimostrato. Dopo quattro, sei mesi dall’ultimo richiamo o da una guarigione le difese iniziano a indebolirsi. Dunque è bene rinsaldare la protezione. I vaccini sono una garanzia contro le manifestazioni più gravi della malattia, contro il ricovero e il rischio mortalità. Considerando che ci avviciniamo alla stagione fredda, con una co presenza di più virus, dobbiamo armarci contro un andamento della pandemia endemico, ondulato e contro l’arrivo dell’influenza.
In Australia la stagione influenzale quest’anno è arrivata. Ad agosto, poco fa, come noto dall’altra parte del mondo loro sono in anticipo con le stagioni. Al contrario dei due anni precedenti questa volta senza le stringenti misure anti Covid il virus influenzale è circolato, con una intensità importante. Prima lockdown e mascherine l’avevano arginato. Insieme all’influenza si sono visti anche altri virus simil influenzali che danno dalle manifestazioni meno specifiche. Sono tutti agenti patogeni la cui vita è facilitata dagli sbalzi termici, dal passaggio repentino dal caldo al freddo.
All’incirca sei milioni di casi a livello nazionale, numeri quindi medio alti. Il virus influenzale che è già circolato in Australia, la variante Ah3n2, è già stato diagnosticato nel nostro Paese anche se solo in maniera sporadica. Questo ceppo è compreso nel vaccino anti influenzale ed è scontato suggerire a tutti la vaccinazione dal prossimo mese. La campagna anti influenzale sarà peraltro utile a fare una migliore diagnosi in presenza del Covid.
Sì, sarà possibile come in passato fare nella stessa seduta sia la vaccinazione anti Covid, le cui dosi stanno diventando dei richiami ciclici, sia la vaccinazione anti influenzale. Senza rischi o effetti collaterali, in un braccio e poi nell’altro.
Un ritorno ci sarà, è nei fatti. Il virus del Covid è ancora presente, sta circolando, con il freddo e milioni di persone al chiuso avrà modo di colpire più persone. Ma non è detto che tutti manifestino sintomi importanti.
I giovani non sono immuni, ma la gran parte delle persone nel corso dei mesi si è ammalata, ha fatto il vaccino, ha una protezione indiretta. C’è una risposta progressiva nella popolazione che rende ormai più semplice la gestione della malattia. Tanto che, in assenza di febbre e sintomi importanti, i lavoratori continuano a timbrare il cartellino. La protezione però non è mai assoluta e abbiamo imparato negli ultimi due anni e mezzo che le persone più a rischio sono gli anziani e i pazienti fragili, con più patologie. La differenza sull’impatto sanitario data da queste due categorie di persone è netta. L’80% della mortalità e il 60% dei ricoveri sono a carico di persone fragili e anziane. È chiaro che la vaccinazione per loro è più stringente.
Certamente la ripresa delle lezioni e in generale delle consuete attività lavorative rappresenta un volano per il Covid, come per tutti i virus. È ovvio, milioni di persone si trovano a vivere al chiuso insieme, in classe, in ufficio e sui bus. Quest’anno le autorità hanno deciso di iniziare la stagione a maglie larghe. In modo sereno e tranquillo e non più emergenziale come nel 2020 e nel 2021. Sono però possibili nuove restrizioni che speriamo di non dover mai attuare. Serve, direi, una vigile attesa, senza troppa paura e negatività, ma con responsabilità e monitoraggio continuo.
Buon senso, senza estremizzazione. L’influenza come il Covid si trasmettono sempre con lo stesso meccanismo. Nelle situazioni a rischio l’uso della mascherina resta consigliato, come il distanziamento e l’igiene, il lavaggio delle mani.
Sono tre le caratteristiche distintive della classica influenza che si devono manifestare in contemporanea. L’insorgenza brusca della febbre, oltre i 38 gradi, almeno un sintomo respiratorio, quindi naso chiuso o tosse e infine un sintomo generale, per esempio stanchezza o dolori articolari. Di mezzo ci sono tante altre manifestazioni più sfumate dovute a virus simil influenzali tipici del primo autunno. Quanto al Covid la malattia dipende anche dal soggetto colpito e dalla sua, come già ripetuto, fragilità.
Nella nostra Regione ci sono state altre recenti campagne di vaccinazione per rilanciare dei vaccini poco sfruttati. Per esempio l’anti Herpes Zooster, oppure l’anti pneumocicco, dei presidi molto consigliati di nuovo per la popolazione anziana. Si è poi cercato di recuperare il terreno perduto durante la pandemia con i vaccini pediatrici, un altro presidio importantissimo.
Non sarà drammatico. Dovremo di sicuro affrontare di nuovo insieme l’influenza e il Covid, con delle rinnovate pressioni sul sistema sanitario e sugli ospedali, ma credo e spero non ci saranno conseguenze gravi come negli ultimi due anni. Confido tutti abbiamo imparato la lezione.
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