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Mercoledì 10 Luglio 2024
Obesità, un nuovo centro per la salute metabolica
L’intervista Nasce all’Ospedale San Raffaele un polo di eccellenza per contrastare quella che è considerata una vera pandemia
Nel 2023, quattro adulti su 10 risultano in eccesso di peso, di cui tre in sovrappeso (con un indice di massa corporea compreso fra 25 e 29,9) e uno obeso. È quanto emerge dai dati raccolti dal Rapporto Bes 2023 dell’Istat. Dati allarmanti che confermano come, anche nel nostro Paese, sia fondamentale interrompere questa crescita di persone in sovrappeso e obesità, definita come una vera e propria pandemia. All’Ircc Ospedale San Raffaele di Milano apre il Centro di eccellenza per la Salute Metabolica. Ne abbiamo parlato con il responsabile, professor Emanuele Bosi, primario di Medicina e Diabetologia e ordinario di Medicina interna all’Università Vita-Salute San Raffaele.
Professore cosa si intende per salute metabolica?
È un concetto che rientra in quello più ampio d buona salute generale, ma che più specificamente si riferisce alla condizione di buona salute rispetto alle malattie metaboliche, condizioni che sono molto prevalenti nella nostra società, in particolare nell’età adulta, e che hanno un elevato impatto sulla qualità di vita delle persone, sui costi della sanità e sull’aumento delle future malattie croniche.
Di che malattie parliamo in particolare?
Di obesità, sovrappeso, diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e malattie metaboliche del fegato. Si tratta di malattie diverse tra loro ma che riconoscono un’unica base di predisposizione che è in parte costituzionale e in parte legata agli stili di vita, caratterizzati in questi casi da un eccesso di alimentazione ed insufficiente attività fisica.
Quali le conseguenze di queste malattie?
Tutte queste malattie tendono ad avere come complicanza più importante un elevato rischio cardiovascolare, per cui, le persone che hanno il diabete di tipo 2 , obesità o altre tra le condizioni sopra menzionate, tendono ad avere una aspettativa e qualità di vita inferiore, soprattutto a causa di malattie cardiovascolari.
I dati relativi a sovrappeso e obesità in Italia sono allarmanti, ma ancora oggi nella cittadinanza non c’è una consapevolezza diffusa dei rischi correlati?
Sono dati importanti, con una prevalenza al Sud dove le percentuali raggiungono il 49,9% contro il 41% del Nord-Ovest. Complessivamente in Italia il 10% degli adulti è obeso e il 30% in sovrappeso, quindi, parliamo del 40% di popolazione che ha un peso in eccesso. A questo si aggiunge una progressiva diffusione dell’obesità nell’età infantile e questo significa anche anticipare, in queste persone, i rischi cardiovascolari, in quanto, laddove prima nasce la problematica, prima si presenteranno gli effetti negativi ad essa associati.
Il contrasto del peso in eccesso non è cosa semplice però?
Il contrasto a queste malattie è sempre stato difficile, ma oggi finalmente disponiamo di farmaci che, somministrati in combinazione a stili di vita sani, sono molto efficaci. Nei pazienti con un importante eccesso di peso, infatti, si è visto che modificare l’alimentazione e intensificare l’attività fisica sono efficaci, ma fino a un certo punto e per un tempo spesso limitato. Si tratta di terapie che costano molta fatica alla persona, con risultati complessivamente modesti e questo genera molta frustrazione, sia nei pazienti, sia nei medici.
I farmaci oggi disponibili sono definiti da molti “rivoluzionari”, è davvero così?
Le evidenze, soprattutto quelle che uniscono la riduzione del peso e del rischio cardiovascolare associato, sono ritenute rivoluzionarie, non soltanto per il significativo arricchimento dell’armamentario terapeutico che esse rappresentano, ma anche per l’enorme impatto che un più esteso impiego di queste terapie potrebbe avere sulla salute pubblica, considerato il peso sociale ed economico che l’insieme di queste malattie comporta nella società contemporanea.
Ma cosa sono questi farmaci incretinici?
Parliamo dei farmaci del gruppo GLP-1 che, nel corso delle sperimentazioni cliniche, hanno dimostrato risultati di efficacia senza precedenti nel contrastare tutte queste manifestazioni morbose. Questi farmaci, di cui al momento quello maggiormente rappresentativo è Semaglutide, attraverso meccanismi d’azione innovativi e mantenendo un profilo di sicurezza molto elevato, hanno dimostrato efficacia nella terapia del diabete di tipo 2, dell’obesità e delle epatopatie metaboliche, associati per la prima volta ad una significativa riduzione del rischio cardiovascolare, con evidenti effetti di protezione sia cardiaca, sia renale.
Di Semaglutide si è sentito molto parlare in questi mesi?
Alcune persone hanno pensato che questo farmaco fosse la soluzione per prepararsi alla prova costume, ovvero utile per perdere quei due/tre chili in eccesso, tanto che a un certo punto è stato difficile trovare il farmaco per chi ne aveva realmente bisogno. Questi farmaci non hanno una indicazione cosmetica, ma terapeutica, per persone con diabete di tipo 2, obesità ed anche più semplicemente in sovrappeso (indice di massa corporeo uguale o superiore a 27), purché con qualche altro fattore di rischio già presente.
Sono farmaci sicuri?
Si, sono sicuri ed efficaci, il cui impiego in futuro crescerà, anche per effetto dell’arrivo in clinica di nuove molecole. Le terapie devono comunque essere indicate e seguite da medici specialisti e si deve evitare il fai da te.
Il San Raffaele segue ogni anno tra 87 e 94 mila pazienti con queste problematiche, con l’aggiunta di questo nuovo centro inizierete a occuparvi anche della fase di prevenzione delle sindromi metaboliche e delle patologie correlate?
L’obiettivo è di offrire ai pazienti un percorso diagnostico completo, con soluzioni integrate tra interventi nutrizionali, educazione comportamentale e terapie farmacologiche, al fine di promuovere e consolidare nel tempo una salute metabolica ottimale all’interno di uno stile di vita equilibrato.
Da chi è composto il team multidisciplinare?
Da internisti, diabetologi, endocrinologi, cardiologi, nutrizionisti e psicologi.
A chi è accessibile il Centro?
Il centro sarà accessibile a tutti coloro che hanno un Bmi - indice di massa corporea – uguale o superiore a 27, associato o meno ad altri fattori di rischio, che intendano perseguire una riduzione equilibrata del peso corporeo. Va precisato che i farmaci hanno un costo, in quanto al momento vengono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale soltanto nelle persone con diabete di tipo 2.
Questi pazienti avranno un follow up a lungo termine?
Si, questo perché abbiamo l’ambizione di misurare nel tempo diversi parametri che ci consentano di generare dati e informazioni sul trattamento cronico prolungato e disporre così di nuove evidenze scientifiche. Oggi sappiamo che con questi farmaci si ottengono una riduzione di glicemia, peso ed altre variabili, ma vi sono parametri che ancora non sono stati studiati a dovere e che meritano un approfondimento. La necessità è quella di generare nuove conoscenze, indispensabili per comprendere più estesamente i meccanismi alla base di queste terapie responsabili di un cambio epocale nella medicina contemporanea.
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