Oltre i confini nel cuore d’Europa alla scoperta di sé

Il progetto In cammino da Como verso la Lituania. Al viaggio anche utenti del centro diurno San Martino

Un’esperienza di scambio, incontro, confronto e arricchimento: sono solo alcune delle parole che tornano nel racconto di Laura Fagetti (educatrice e referente di progetto di Csv Insubria) a proposito dell’esperienza che ha coinvolto otto persone - fra cui cinque con disabilità - oltre tre accompagnatori volontari, sei enti italiani (oltre a a Csv, I fiori di Oltre il giardino, Associazione Angelo Luoni e Maria Molinari di Lezzeno, La Finestra di Malnate, Centro diurno San Martino) e uno lituano.

Fagetti (Csv) «Un ponte verso un’Europa più vera»

Programma Erasmus

«Abbiamo partecipato, per la prima volta, unici in Italia, ad un progetto del programma di mobilità europea Erasmus plus pensato per chi, solitamente, ha “minori opportunità”; abbiamo dunque creato un gruppo, composto di persone con disabilità in carico al Dipartimento di salute mentale, che per una settimana sono stati in Lituania, ospiti del centro JDC di Panevezys, ente che si occupa di persone con disabilità intellettiva».

Laura ha seguito il progetto dalla parte di definizione, durante il viaggio e dopo, per la parte di racconto e resoconto; prossimamente l’esperienza verrà raccontata e condivisa: «La volontà è quella di portare a conoscenza anche di altre persone i frutti di questo viaggio in termini di arricchimento personale delle persone a vario titolo coinvolte, di scoperta di una città e di un Paese, di sperimentazione del viaggio in sé - considerando che alcuni dei partecipanti non erano mai usciti dall’Italia. Per il futuro stiamo dunque pensando ad una diffusione di quanto vissuto e riportato con infografiche e eventi diffusi sul territorio di Como e Varese».

Il soggiorno a Panevezys ha letteralmente “aperto un mondo” a tutti i componenti del gruppo: «Il JDC è un posto davvero speciale, in cui le circa sessanta persone che lo frequentano - dalle 9 alle 16 ogni giorno - sono chiamati “students” e non “utenti”, svolgono svariate attività e laboratori che gli operatori e altre associazioni locali conducono. Il tutto con un’organizzazione efficiente e precisa, ma flessibile e aperta a modifiche: in alcuni casi, ad esempio, sono stati previsti laboratori che i componenti del gruppo italiano hanno condotto, con uno scambio culturale a tutto tondo. Il viaggio ha previsto anche diversi momenti dedicati alla visita della città e dei suoi monumenti e momenti di scambio gastronomico, con buon equilibrio tra tempo libero e attività organizzate, con una “contaminazione” e immersione culturale totali».

Un’Europa per tutti

Il lavoro di preparazione iniziato in Italia ha visto i partecipanti scavare dentro se stessi e interrogarsi sul concetto di Europa come luogo da poter abitare, spiega ancora Laura: «Io ho visto finalmente davvero un’Europa per tutti e sono felice che come Csv abbiamo deciso di raccogliere questa sfida. Si è trattato di un interessante approfondimento culturale, ad esempio, sulle conseguenze del socialismo, sul processo di indipendenza della Lituania. Qualcuno dei partecipanti alla fine del viaggio lo ha definito come una “porta verso l’Europa”, altri un “ponte”. Un luogo sconosciuto ora è quello in cui vivono persone note diventate amiche».

Altre sensazioni condivise da tutti sono state la riscoperta della pazienza, l’armonia, l’ascolto dell’altro nonostante l’ostacolo della lingua: «Alcuni dei nostri partecipanti ha fatto da traduttori dall’inglese, dando vita al supporto fra pari e al riconoscimento del proprio valore».

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