«Overtourism? A Como non c’è»

Il dibattito Nel nostro territorio 2.505 turisti per chilometro quadrato, stessa fascia di Monza Brianza. L’assessore Mazzali: «Il rischio sovraffollamento è limitato a pochi mesi e interessa solo alcune località»

«Guardando il numero dei turisti e le dimensioni del territorio, l’overtourism sul Lago di Como non c’è, ma c’è una forte concentrazione di persone in alcuni mesi dell’anno e in alcune località, ma se racconti solo quattro destinazioni è normale che tutti si concentrino lì, cerchiamo di distribuire la domanda, raccontiamo il territorio e organizziamo grandi eventi per ridurre i momenti di bassa affluenza». Queste le parole di Barbara Mazzali, assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda di Regione Lombardia, che mercoledì 17 luglio ha incontrato gli operatori del settore a Lariofiere.

Ma come si fa a capire se una località è caratterizzata da sovraffollamento turistico? Esistono parametri oggettivi che non si limitino a contare quante persone sono in fila in attesa di un battello? L’istituto di ricerca Demoskopica ha ideato, in chiave sperimentale, l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico, Icst, incrociando cinque indicatori: densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, utilizzazione lorda e quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico. La scala di valutazione del rischio di overtourism va da un “livello molto basso” con un indice da 90 a 95 «Il sovraffollamento turistico è minimo, con impatti limitati su infrastrutture e residenti. Queste aree possono essere considerate ben gestite o meno popolari» si legge nella ricerca; a “livello molto alto” indice oltre 110 «Sovraffollamento preoccupante con impatti critici sulla qualità della vita locale e sostenibilità delle destinazioni turistiche».

In base all’indice sono sette le destinazioni provinciali italiani a soffrire maggiormente il fenomeno dell’overtourism: Rimini, Venezia, Bolzano, Livorno, Trento, Verona e Napoli, per loro, il livello previsto dalla scala di valutazione dei ricercatori è “molto alto”. La classifica delle province italiane è guidata da Rimini che ha un Icst di 138,4: 16.751 turisti per kmq, 194,2 posti letto per kmq, 42,59 turisti per residente e un utilizzo di posti letto del 23,63%.

Como ha un valore Icts di 100,9 e rientra nel rischio “moderato” da 100 a 105: «Livello accettabile di sovraffollamento, ma con segnali di possibili tensioni durante i picchi turistici». In provincia di Como Demoskopica ha contato: 2.505 turisti per kmq, 32,5 posti letto per kmq, 5,35 turisti per residente e un utilizzo di posti letto del 21,12%. Insieme a Como si trovano Siena, Monza Brianza, Brescia, Padova, Genova, Sassari (con la Maddalena), Vibo Valentia (con Tropea), Lucca, Pistoia, Bologna, Pisa, Pesaro e Urbino.

La provincia di Lecco con 932 turisti per kmq, 17,1 posti letto per kmq, 2,27 turisti per residente e un utilizzo di posti letto del 14,9%, ha un Icts di 95,8 che la colloca nel “livello basso” di rischio overtourism: «Sovraffollamento contenuto con gestione efficace del turismo, minori pressioni su risorse e infrastrutture».

Nel Comasco nel 2023 si sono registrati 1,7 milioni di arrivi, +15,87% rispetto al 2019, in termini assoluti si tratta di 239mila persone in più, l’85% delle quali di provenienza internazionale. In aumento anche i pernottamenti, +14,99%, che portano il totale a 4,5 milioni, il punto è che sono tutti concentrati da giugno a settembre.

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