
Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Giovedì 06 Marzo 2025
Padre e figlio spalloni della cannabis
Sequestrati 4 quintali di stupefacenti
Maslianico Importavano illecitamente derivati della canapa indiana dai valichi minori - I prodotti contenevano un principio attivo superiore al massimo consentito dalla legge
Di notte caricavano un furgone preso a noleggio (mai lo stesso) e passavano il confine in ingresso in Italia diretti poi a Milano. Davanti un’auto a fare da staffetta, ad assicurarsi che tutto fosse a posto, dietro il mezzo di “lavoro” riempito di prodotti e derivati della cannabis.
Infiorescenze, oli e resine prodotti dalla canapa indiana che venivano poi smerciati non solo nella Penisola, soprattutto in Romagna, ma anche all’estero, in Austria, Repubblica Ceca, Ungheria.
Nei guai, indagati dalla procura di Como – pubblico ministero Simona De Salvo – per aver infranto la legge sugli stupefacenti, sono finiti un padre e un figlio originari di Roma, ma che vivevano tra Milano (il padre, di 80 anni) e Chiasso, il figlio (54 anni).
Le indagini, iniziate a metà 2023 e proseguite anche per tutto il 2024, sono state portate avanti dal Gruppo Ponte Chiasso della Guardia di finanza che aveva monitorato i passaggi dei valichi secondari, principalmente Maslianico e Ronago, da parte di quei furgoni che nelle ore notturne o all’alba, transitavano scortati sempre da un’auto che ne apriva la via e verificava la presenza di eventuali pattuglie delle forze di polizia.
Movimenti sospetti che hanno spinto a controllare meglio quello che avveniva, aprendo così una indagine che ha anche portato al sequestro di prodotti derivati dalla canapa indiana per quasi 410 chili. Di questi, dopo analisi chimico-tossicologiche, 280 chili sono risultati avere un principio attivo di Thc superiore al valore consentito dalla legge.
La notizia dell’ampia indagine volta a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti lungo i valichi di Uggiate con Ronago e Maslianico, è stata data ieri mattina direttamente dalla Guardia di finanza.
Le fiamme gialle ritengono che l’attività di padre e figlio fosse «abituale» e dedita soprattutto all’importazione illecita in Italia di ingenti quantitativi di cannabis e derivati dal Canton Ticino dove il figlio abitava.
I transiti, come detto, avvenivano soprattutto in orari notturni ed alle prime luci dell’alba, con furgoni presi a noleggio che venivano spesso cambiati proprio per non dare nell’occhio.
Da quanto è emerso nel corso delle indagini la merce, una volta importata sul territorio nazionale e diretta verso Milano, veniva spedita (attraverso società di logistica ignare di quanto avveniva) a centinaia di clienti finali (in alcuni casi anche attività commerciali) del Nord Italia nonché della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e dell’Austria.
Padre e figlio sono stati denunciati in quanto ritenuti responsabili del traffico illecito di stupefacenti. Come detto, sono stati 410 i chili di infiorescenze, oli e resine derivati dalla cannabis e panetti di hashish sequestrati, di cui oltre 280 chili con un principio attivo superiore al consentito.
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