«Papà, ho il Covid. Mi serve il farmaco». E tentano di portargli via 8mila euro. Pioggia di segnalazioni per tentate truffe

La denuncia Da inizio settimana in aumento le telefonate per finti malori o incidenti: «Una donna si è spacciata per mia figlia»

Si moltiplicano, questa settimana, le segnalazioni di tentativi di truffa telefonica ai danni di cittadini comaschi. Ci sono bande di truffatori che stanno pesantemente prendendo di mira la nostra città, puntando soprattutto su famigliari in pericolo di vita o che necessitano immediatamente medicinali urgenti. L’ultima segnalazione, in ordine di tempo, arriva da un nostro lettore: «Ho appena ricevuto una telefonata da una donna che si spacciava per mia figlia - spiega - e che chiedeva in prestito ottomila euro in contanti per pagare tre fiale di un farmaco svizzero contro il Covid, farmaco che l’ospedale Valduce avrebbe fornito solo dietro pagamento in contanti. Sono stato al gioco per qualche istante, ho interrotto la chiamata ed ho verificato che mia figlia non mi aveva chiamato».

La denuncia che ci ha fatto il nostro lettore, segue una serie di segnalazioni diffuse in questi giorni sui social. Una comasca racconta: «Appena successo. Chiamano a casa con la scusa del parente in ospedale che ha bisogno di soldi per curarsi. I miei nonni non ci sono cascati, ma state attenti». Sul canale instagram Orgoglio Comasco gli fa eco un’altra testimonianza analoga: «È successo anche alla mia prozia». Una donna l’ha contattata fingendo di essere sua figlia e che era appena rimasta vittima di un incidente. «Capendo subito ha attaccato ma è già la seconda volta che la chiamano per la stessa cosa».

E ancora, sempre via instagram: «Hanno tentato di raggirare i miei nonni. Il nipote, nella fattispecie io, in fin di vita con un bisogno imminente di soldi per le cure». I truffatori sono arrivati «addirittura a chiedere di quanti contanti e oro disponessero in casa in quel momento. A prescindere dall’esito della truffa - chiosa il comasco nella sua denuncia social - comunicare improvvisamente a una persona anziana che il nipote è in fin di vita crea paura».

Infine l’ultima segnalazione, che somiglia in tutto a quella che ci ha fatto il nostro lettore: «A Como continuano a telefonare con la scusa del parente in ospedale che non riesce a respirare e ha bisogno di soldi per le cure. I miei nonni non ci sono cascati». Ma il pericolo c’è e gli sciacalli sono sempre in agguato. Alla ricerca di anziani da spaventare e derubare.

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