Imprese e Lavoro / Como città
Lunedì 30 Dicembre 2024
Piante antiche e resilienti: «Nuove soluzioni vegetali»
Progetti L’architetto Peverelli illustra la svolta delle piante clima resistenti «Meno asfalto, più terreno anche in città e filari di alberi: il modello Milano»
La progettazione dei giardini nelle città sta cambiando profondamente perché da una parte deve attuare scelte circa gli spazi e le specie arboree che possano resistere ai cambiamenti in atto, alle tempeste molto violente e agli allagamenti. Dall’altro deve anche farsi strumento per diminuire l’impatto delle isole di calore che si creano negli spazi urbani: il verde può essere infatti un validissimo aiuto nella riduzione delle temperature nelle città.
Sperimentazioni
«Ci troviamo di fronte a episodi estremi e a una cambiamento climatico al quale i florovivaisti devono adeguarsi già nella fase di produzione delle specie arboree – commenta Roberta Peverelli, architetto del paesaggio, direttore tecnico dell’azienda di famiglia Peverelli di Fino Mornasco – si scelgono quindi specie vegetali clima resistenti con l’obiettivo di creare giardini e parchi capaci di adattarsi meglio ai cambiamenti climatici e di sostenere i fenomeni estremi. È in atto, infatti, una graduale sostituzione di alcune piante con altre specie. Ma soprattutto si cerca di ampliare la varietà, perché in questo modo si combatte in modo più efficace la diffusione di parassiti, anche questa favorita dal cambiamento climatico. Per esempio – prosegue la progettista – il platano è una specie molto diffusa in tante città italiane e ha già subito un attacco parassitario, per questo, sempre in modo progressivo, si cerca di sostituirla nei viali cittadini con altre varietà più resistenti. Gli ippocastani sono quasi scomparsi a causa delle malattie a cui sono soggetti e che li defogliano in modo molto grave. Un’altra pianta che purtroppo sarà destinata a scomparire è il ciliegio da fiore perché notiamo che sta andando incontro a una sofferenza molto forte». I vivai stanno facendo delle sperimentazioni e test di resistenza con alcune specie per esempio di tigli particolarmente adattabili al nuovo clima o con alcune varietà di platano opportunamente selezionate. Oppure si assiste al recupero di specie già utilizzate in passato e poi dimenticate come il bagolaro, che oggi è una pianta rivalutata proprio per la sua capacità di adattamento.
Metropoli di riferimento
Milano in tutto questo è un città-progetto che sperimenta un nuovo modo di pensare gli spazi verdi grazie all’avvio e alla conclusione di interventi legati al Pnrr e in generale alle grandi commesse che gravitano su Milano e il suo hinterland, rendendo la città metropolitana un polo di riferimento per le progettualità verdi. È il caso della nuova piazza Castello, di recentissima realizzazione, che ha visto la collaborazione di Peverelli e che ha previsto un triplice filare alberato sulla piazza, con l’incremento delle nuove alberature, delle aiuole e la rivisitazione della pavimentazione.
Intorno al Castello, le aiuole sono state arricchite con arbusti ornamentali e da quasi 200 nuovi alberi messi a dimora, in particolare aceri. L’idea nel suo complesso punta sulla valorizzazione delle passeggiate pedonali intorno al Castello e sull’incremento del verde, in armonia con il grande parco del Sempione.
In particolare è stata attuata la pratica del depaving, letteralmente “de-pavimentare”, che riduce il cemento e l’asfalto nelle aree urbane, ripristinando il terreno e quindi la permeabilità del suolo, attenuando così gli allagamenti dovuti a fenomeni di pioggia violenti.
«Si tratta di una pratica che combatte efficacemente anche l’isola di calore perché facilita lo sviluppo degli apparati radicali delle piante, garantendo loro un maggiore benessere, e l’estensione del verde con nuove specie e prati, oltre a rendere il suolo permeabile – prosegue Roberta Peverelli – abbiamo così inserito in piazza Castello arbusti, alberi e un terzo filare di aceri. Si è trattato di un cantiere complesso che ha coinvolto anche specialisti archelogi perché rimuovendo la pavimentazione sono stati rivenuti dei reperti. Ma è stato un progetto anche innovativo, , che sarà seguito da altre città, confermato il ruolo di Milano come grande laboratorio di sperimentazione urbana».
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