Prodotti sempre tracciabili: ecco il Passaporto digitale

Normativa UE Un QR code informerà anche su come riciclare l’oggetto. Per le aziende un impegno epocale. Trasparenza a 360° per i consumatori

Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha introdotto un’innovazione che potrebbe portare con sé una serie di conseguenze a cascata sui modelli di sostenibilità aziendale e sulla loro comunicazione. Si tratta del passaporto digitale per i prodotti (Digital Product Passport, DPP), parte del regolamento sulla progettazione eco sostenibile approvato dal Parlamento europeo nella primavera del 2024.

I Paesi dell’Ue avranno 18 mesi per conformarsi

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Il passaporto digitale è uno dei capisaldi di questo nuovo insieme di regole e si applicherà, con tempi diversi, a tutti i prodotti immessi sul mercato dell’Unione Europea, indipendentemente dal fatto che siano realizzati all’interno o all’esterno dell’Unione, comprendendo peraltro anche tutte le loro componenti. In concreto, consisterà in un set di dati relativi all’oggetto messo in commercio e sarà accessibile al consumatore inquadrando un codice a barre, un QR code o un altro simbolo posizionato sul prodotto, sulla sua confezione o nel manuale di istruzioni.

Le aziende saranno obbligate a utilizzare il passaporto digitale per fornire dettagli riguardanti le prestazioni del prodotto, oltre alle modalità di installazione, uso, manutenzione, smontaggio, smaltimento e riciclaggio a fine vita. In più, saranno presenti anche informazioni su una serie di sostanze potenzialmente nocive, di cui verrà segnalata la posizione e la concentrazione. «Anche l’identificazione univoca dei prodotti – si legge nel nuovo regolamento – è un elemento fondamentale per consentire la tracciabilità lungo tutta la catena di approvvigionamento. Pertanto, il passaporto digitale del prodotto dovrebbe essere collegato a un identificatore unico del prodotto e, all’occorrenza, a un identificativo unico dell’operatore e dello stabilimento, in modo da poter rintracciare gli attori e gli impianti di produzione collegati». Tutti questi dati dovranno essere facilmente leggibili dai dispositivi informatici e accessibili ai consumatori, agli operatori economici e alle autorità competenti. La Commissione Europea avrà inoltre il potere di integrare le informazioni da includere nel passaporto ed aggiornare il modo in cui queste informazioni devono essere rese accessibili.

Verso un recupero autentico grazie a un salto tecnologico

Lo strumento del passaporto digitale è stato ideato con diversi obiettivi: migliorare la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti lungo la catena del valore, facilitare la verifica della conformità da parte delle autorità nazionali, promuovere l’economia circolare consentendo il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, dalla produzione allo smaltimento.

Per le imprese, il passaporto digitale potrà rappresentare inoltre un’opportunità per migliorare la sostenibilità dei loro prodotti e processi, visto che le informazioni dettagliate sul ciclo di vita del prodotto possono aiutare le aziende a identificare aree di miglioramento e a ottimizzare l’uso delle risorse. Ai consumatori, il passaporto garantirà una maggiore trasparenza, consentendo scelte di acquisto più informate e consapevoli.

Iniziativa “sistemica”

Tuttavia, l’implementazione del passaporto sarà una grande sfida per l’Unione Europea. Richiederà infatti una stretta collaborazione tra attori diversi, oltre all’adozione di tecnologie all’avanguardia per la raccolta, l’organizzazione e la condivisione dei dati

. Tutto questo dovrà avvenire per un’enorme quantità di oggetti diversi (e ognuno porterà con sé il suo carico di informazioni da gestire). Per ora, si aspetta dalla Commissione Europea l’indicazione sui requisiti specifici per ciascun gruppo di prodotti, in seguito i Paesi membri avranno 18 mesi per conformarsi.

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