Coltellate all’addome dal vicino di casa, ricoverato d’urgenza. Il movente dell’aggressione resta un mistero

L’indagine Sempre grave l’uomo colpito in casa: quattro ferite al ventre. Domani in carcere primo faccia a faccia con il giudice per Stefano Pietroniro

Sono quattro i fendenti all’addome inferti da Stefano Pietroniro, 38 anni di Como, al compagno di appartamento Gianluca Garatti, 57 anni, dalla notte di domenica ricoverato in Terapia intensiva al Sant’Anna ed ancora in prognosi riservata. Le sue condizioni rimangono molto gravi.

Leggi anche

L’arma del delitto, un coltellaccio da cucina con una lama lunga 14 centimetri, è stato posto sotto sequestro dagli agenti delle volanti intervenuti nei locali che i due condividevano in via San Bernardino da Siena, al civico 69. L’inchiesta del pm Giuseppe Rose è aperta con l’ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Motivi che, al momento, non solo sono futili ma addirittura ignoti. L’indagato, arrestato e portato nel carcere del Bassone, non ha saputo spiegare nulla, attendendo in casa l’arrivo degli agenti di polizia dopo che il coinquilino aveva chiamato i soccorsi tenendosi l’addome sventrato dalle coltellate. Medici del 118 che poi, visto l’accaduto, hanno a loro volta allertato le volanti.

Alto tasso alcolico

I due pare che avessero bevuto molto la sera precedente. Di certo l’aveva fatto Pietroniro che poi era andato a dormire in camera da letto per poi svegliarsi e – senza apparente motivo – accoltellare l’amico all’addome mentre quest’ultimo, indifeso, era coricato sul divano. La vittima sarebbe anche riuscita a scambiare qualche parola con la polizia prima di venir portato via in ambulanza e di essere ricoverato in ospedale in Rianimazione. L’arrestato è stato invece portato in carcere e nella giornata di domani – assistito dall’avvocato Silvia Fumagalli – verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo. I fendenti inferti da Pietroniro sono stati come detto quattro. Colpi che hanno causato uno choc emorragico che ha reso necessario in trasporto d’urgenza al Sant’Anna e il ricovero della vittima in gravi condizioni. Nell’interrogatorio – che sarà il primo passaggio chiave per cercare di capire i motivi del gesto – il trentottenne di Como potrà anche avvalersi della facoltà di non rispondere, oppure potrà iniziare ad aprire il libro aggiungendo elementi ad una storia in cui mancano ancora troppi passaggi per essere compresa. A partire dal quanto avvenuto tra le mura di quella casa di via San Bernardino da Siena a Camerlata, sotto la collinetta di Sant’Antonio, già ben conosciuta agli agenti.

Operato d’urgenza

Pietroniro, ai primi soccorritori che avrebbe atteso seduto e con la sigaretta in bocca, avrebbe detto semplicemente di «aver fatto un brutto sogno». Un po’ poco – seppur dopo gli eccessi della sera prima – per poter giustificare l’alzarsi dal letto, l’andare a prendere un coltellaccio in cucina per poi nel colpire l’amico che tra l’altro dormiva, impossibilitato a difendersi. Quest’ultimo è stato operato d’urgenza ed ora è ricoverato in Rianimazione con la prognosi riservata. Nella speranza che presto l’allerta sulle sue condizioni fisiche possa scemare. In fondo è questo il passaggio più importante di una vicenda ad oggi senza spiegazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA