Resiste allo scippo, è ferita a una mano: «Impaurita e aggrappata a un muro»

Mozzate Il racconto della giovane che martedì pomeriggio è stata vittima di un’aggressione

Stava camminando vicino a piazza Cornaggia, in corrispondenza della farmacia Bernardelli-Caione, quando un uomo le ha afferrato la maniglia della borsa. Non si è voltata e nemmeno bloccata, nonostante la paura, ma con tutta la forza che aveva in corpo si è aggrappata a un muretto, ferendosi a una mano, ha stretto a sé la borsa e dopo essersi data una spinta è fuggita. Sono i concitati momenti del tentativo di scippo subito da una giovane donna di 22 anni, di professione operatrice socio sanitaria. Non vuole che il nome compaia sul giornale, ma racconta con precisione cosa ha vissuto martedì 13 dicembre: «Perché le persone devono stare in guardia soprattutto le signore anziane come mia nonna: a volte esce col portafogli già in mano per andare in farmacia». Ci confessa di non aver mai immaginato di subire uno scippo nella sua città.

«Frequento spesso Milano, so come stare attenta sui mezzi, per strada, ma mai mi sarei aspettata di vivere una cosa del genere a Mozzate alle 14.30 in pieno centro». Martedì doveva andare al lavoro. «Mi stavo dirigendo in stazione, il treno sarebbe partito alle 14.40. Ero uscita da casa della nonna. Arrivata vicino alla farmacia Bernardelli-Caione, ho visto due uomini appoggiati al muro di una casa».

Magri, alti all’incirca un metro e ottanta, cappuccio nero sulla testa, uno aveva dei dettagli verdi. «Ricordo di averli superati e poi di sentire tirare la borsa del lavoro. Ho avuto paura, ho gridato aiuto e ho reagito». Prima si è aggrappata al muretto di un bar e poi è scappata via. «Ho sentito vociare alle mie spalle, ma non mi sono mai voltata. Ho attraversato la piazza di corsa, c’era un funerale. Mi sono anche sentita una maleducata: non ho nemmeno fatto il segno della croce».

La ventiduenne è entrata bel “Bar Centrale”. «In quel momento c’era Gianluca, uno dei titolari, mi ha aiutata. Ha medicato la mano ferita con l’acqua ossigenata e ha chiamato mia madre. Alcuni clienti sono usciti dal locale, in cerca dei due ragazzi col cappuccio. Non c’erano più». L’episodio è stato denunciato ai carabinieri. «Se n’è occupata mia sorella, è avvocato».

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