Sacripanti, la Coppa e una certezza. «Cantù protagonista fino in fondo»

Basket A2 L’allenatore brianzolo era a Roma per la Final Four e s’è fatto un’idea sul movimento

«Cos’ha detto la Final Four di Coppa Italia? Che Cantù, al pari di altre squadre, sarà protagonista fino alla fine». Spettatore al PalaTiziano, coach Pino Sacripanti ha sviscerato la kermesse romana, assistendo a tutte le sfide, di A2 e B nazionale.

L’allenatore canturino ha lasciato il palasport con una certezza: «Non ho visto una squadra “ammazzatutti”. Anche la stessa Trapani, che poteva essere ritenuta tale, è uscita ridimensionata dalle finali pagando a caro prezzo il 2/27 da 3, un dato che ovviamente ha inciso. Ho visto una grande partenza di Bologna in semifinale. Poi in finale il risultato, al di là dei gli evidenti meriti di Forlì, è stato fortemente condizionato dalle assenze di Aradori e dall’infortunio di Freeman in corso».

«Occhio alle altre»

Per Sacripanti, le quattro finaliste sapranno dar battaglia fino alla fine: «Tutte hanno espresso delle qualità, ma come escludere dalla lotta promozione squadre come Torino, Udine, Verona e Trieste?».

Su Cantù, Sacripanti è chiaro: «Ha avuto la possibilità, tre-quattro volte di chiudere la partita. Ha perso di un punto contro la squadra che ha vinto la Coppa e che fa dell’unità e della compattezza la sua caratteristica migliore. Avesse vinto Cantù, considerata poi la situazione di Bologna in finale, probabilmente si starebbe festeggiando la prima Coppa Italia nella bacheca di Cantù».

Ci sono stati punteggi bassi, per merito delle difese o per colpa della tensione? «Ho visto partite con un carico emotivo forte. In palio c’era la Coppa Italia, ma anche qualcosa in più: ho percepito la voglia, in tutte, di voler dare un segnale forte di presenza anche in ottica playoff. In campo c’era tensione, è andato in scena un basket fisico, difese che hanno agito con una forza importante. Inoltre, il numero di possessi era certamente diminuito rispetto al campionato: questo succede quando ogni pallone pesa il doppio e viene meno un po’ di leggerezza. Come spesso succede, nelle finali, si arriva a un tiro ragionato ai 24”, coinvolgendo tutta la squadra».

«In fondo due coach di A»

Altra considerazione, sui tecnici in panchina: «In finale sono andati due tecnici bravi come Caja e Martino, con un passato importante in serie A. Ci metto anche Cagnardi e Parente tra quelli bravi. In A2 si è alzato molto il livello degli allenatori: con tanti stranieri in serie A, la A2 è diventata un porto sicuro».

Anche la serie B merita una citazione particolare: «È stata una Final Four interessante, con tanti giocatori italiani e di formazione italiana che possono dire la loro anche ai piani superiori. Come si è visto dalle presenze sugli spalti, basta un filo di vento per riaccendere il fuoco della passione che anima piazze storiche come Roseto, Montecatini e Livorno».

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