Salutate la capolista, Cantù se la gode

Basket La squadra torna dove ci si aspettava che fosse: un risultato, tra l’altro, costruito soprattutto in trasferta

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Primato in classifica per Cantù, dopo sei giornate. Nella giornata della caduta di Rimini, la prima stagionale per la squadra di coach Sandro Dell’Agnello, Cantù si è riappropriata immediatamente dell’obiettivo per cui (dichiaratamente) lotta in questa stagione.

Vale a dire quel primo posto che regalerà la promozione diretta in serie A alla prima classificata: una sfida che Cantù è disposta ad accettare e che la vedrà in corsa fino alla fine.

Piccoli indizi

Cantù torna quindi dove ci si aspettava che fosse. Posto che essere primi alla sesta giornata non fornisce alcuna prova, se non qualche piccolo ma significativo indizio, era importante per la S.Bernardo ritrovare se stessa al volo dopo la sconfitta in Supercoppa e quella al debutto in campionato contro Orzinuovi.

La reazione è stata immediata, con cinque vittorie consecutive che, oltre ad aver rialzato il morale della tifoseria – parte di essa già si prefigurava l’ennesima annata da comprimari -, ha dato una botta di autostima a Cantù stessa.

Perché vincerne cinque senza il capitano, dando prova di carattere specialmente nei finali punto a punto – vedi in particolare le sfide con Torino, Verona e Livorno, vinte tutte di pochissime lunghezze – evidentemente cementa le certezze. E mette in guardia il resto della concorrenza. Il segnale è chiaro: «Potete pure giocarvela, ma alla fine vinciamo noi».

Insomma, il primato c’è, ha un significato relativo, ma già importante e soprattutto non ci sono stati regali di alcun tipo. La squadra di coach Brienza, in questo scampolo di stagione, questi 10 punti in classifica se li è conquistati tutti.

Unica sfida “comoda”, ammesso che ne esistano, è stata quella contro Brindisi, con la squadra pugliese arrivata corta e già cotta al PalaFitLine e lasciata a 25 punti all’intervallo lungo.

Aggiungiamoci il fatto che Cantù abbia costruito questo primato parziale soprattutto in trasferta, dove ha giocato ben quattro partite su sei. L’esatto contrario di Rimini che, in casa, ha giocato in quattro occasioni e in trasferta solo due volte. Anche questo ha un valore, nell’analisi del periodo.

Le vittorie a Verona e Livorno

Molto particolari le ultime due di Cantù fuori casa, vinte nonostante tanti fattori contrari. A Verona, ribaltando un blackout iniziale e, ancora sotto, è tornata in partita riuscendo a gestire bene il finale. A Livorno, in un ambiente caldo, ha trovato le risorse per quasi metà partita per ovviare all’infortunio di McGee – ne riferiamo a parte – oltre a quello di Baldi Rossi, trovando risorse dalla panchina con sette uomini andati in doppia cifra, nonostante Piccoli e Riismaa in attacco questa volta non ci abbiano preso mai.

In gergo, si chiamano esami di maturità: per un verso o per l’altro, Cantù ne ha superati cinque. E non vuole ovviamente fermarsi, con la speranza che la squadra sappia ovviare all’infortunio di McGee come ha fatto alla grande con quello di Baldi Rossi.

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