Visite e ricoveri, tempi troppo lunghi. Il 25% sceglie di curarsi fuori provincia

Sanità La ricerca: molti comaschi si recano in centri lontani, il dato è più alto solo a Monza e Lodi - Nel 33% dei casi preferiscono strutture ospedaliere di altri territori lombardi per la degenza

Una visita specialistica su quattro e un ricovero su tre vengono eseguiti fuori provincia.

Un dato interessante fotografato dalla Cisl lombarda, in una indagine che ha coinvolto quasi 12mila iscritti, riguarda le prestazioni sanitarie effettuati oltre i confini della propria provincia di residenza. Ne emerge, per Como, un quadro non ottimale, con uno spostamento importante verso le altre province per ottenere visite, esami e per sottoporsi alle operazioni.

Cosa dicono i numeri

Partendo dalle visite specialistiche il 24,8% del campione analizzato dal sindacato relativo a Como afferma di uscire fuori dalla nostra provincia per prenotare le consulenze con i medici ospedalieri. Solo lo 0,8% si rivolge ad esperti oltre i confini regionali, mentre il 74,4% bussa alla porta dei presidi comaschi. È quest’ultima una delle percentuali più basse a livello regionale, fanno peggio solo Lodi e Monza, da sempre gravitante su Milano dove il 90,8% dei cittadini ottiene le visite più vicino a casa. In testa Brescia che raggiunge il 94,2%, segue Bergamo con l’88,3%. Discorso simile per gli esami diagnostici, i più frequenti sono ecografia, risonanza magnetica e mammografia. Il 23,6% dei comaschi intervistati per trovare posto si è rivolto fuori provincia, lo 0,8% fuori regione, mentre il 75,6% è rimasto nel Comasco. Brescia, Milano e Bergamo sono sempre citati tra gli esempi positivi, mentre gli spostamenti più evidenti interessano sempre Lodi e Monza.

Il motivo dei trasferimenti è quasi sempre il tempo d’attesa, ritenuto troppo lungo. E del resto basta fare un controllo con qualche ricetta alla mano, per prestazioni come la colonscopia, oppure per visite specialistiche in campi come la dermatologia e l’oculistica, senza parlare di interventi semplici come la cataratta. Dal centralino regionale, anche online, i primi posti liberi nel Comasco rimandano all’anno prossimo, se non al 2026.

Quindi a proposito di viaggi in macchina e in treno i medici di medicina generale comaschi di recente evidenziano un crescente numero di pazienti che prenota visite fuori porta, per esempio in Valtellina dove si trova più facilmente appuntamento per esami e consulenze. Infine i ricoveri in ospedale, con un 33,3% di comaschi intervistati che secondo la Cisl ha superato i confini provinciali. Evidentemente verso vicini capoluoghi, visto che lo 0% ha oltrepassato i confini regionali.

I grandi centri milanesi

In questo ultimo caso comunque siamo nella media regionale, storicamente infatti i grandi centri milanesi garantiscono a livello lombardo il maggior numero di interventi e operazioni chirurgiche. Certo da province come Bergamo e Lecco i trasferimenti sono minimi, ad esempio l’80% dei lecchesi per i ricoveri resta nella propria provincia di residenza.

Comunque più in generale l’indagine della Cisl voleva denunciare il numero di persone che alla luce dei lunghi tempi d’attesa finisce per rinunciare alle cure, circa il 60% degli intervistati.

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