Scotch per non far abbaiare il cane: coppia condannata per maltrattamenti

Cantù Un anno a testa per un uomo di 43 anni e una donna di 37. Il meticcio di taglia media segregato sul balcone di casa

Ad accorgersi di quello che stava avvenendo erano stati i dipendenti di una vicina scuola che, nelle pause dall’attività lavorativa, avevano notato un cane sofferente sul balcone di una casa accanto. Avevano così chiamato i carabinieri di Cantù chiedendo di verificare.

Era emersa in quella occasione, era il 16 novembre 2020, una vicenda di maltrattamento di animali che nella giornata di ieri ha portato ad una condanna ad un anno (senza la sospensione della pena) per la coppia che abitava l’appartamento in questione, ovvero una donna di 37 anni (Minelli Sorza Patacsil, nata a Milano e residente a Cantù) e un quarantatreenne brianzolo, Simone Franzè. I due, tra l’altro, per tutte le fasi del processo che li ha riguardati non si sono mai presentati in aula per difendersi o provare comunque a fornire la propria versione in merito a quanto stiamo per riferire.

Il cane infatti, un meticcio di taglia media con un bel mantello nero, non solo era stato chiuso sul balcone, ma gli era anche stato applicato del nastro adesivo da pacchi al muso per impedirgli di abbaiare. Le indagini successive hanno permesso ai carabinieri di appurare che quella barbarie era in realtà una prassi in quell’appartamento, tanto che il cane aveva la macerazione della cute ormai avviata oltre a perdita di pelo e sanguinamento.

Il fascicolo per maltrattamento di animali è dunque arrivato in procura e, ieri mattina, in aula di fronte al giudice Valeria Costi. Il maltrattamento di animali è un reato che colpisce chiunque «per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche», reato punito con una reclusione compresa tra i 3 e i 18 mesi.

Secondo il capo di imputazione messo nero su bianco dalla procura, il cane sarebbe stato sottoposto a sevizie e maltrattamenti chiudendogli «abitualmente il muso con lo scotch da pacchi» per poi essere «lasciato sul balcone» impedendogli dunque anche la possibilità di alimentarsi e nutrirsi, ma anche senza poter respirare normalmente con un costante rischio di soffocamento.

Motivi che, come detto, hanno portato il fascicolo fino all’aula del Tribunale di Como dove l’uomo e la donna sono stati condannati ad un anno, più di quanto aveva chiesto il pubblico ministero. La difesa aveva cercato quantomeno di “salvare” l’uomo, non essendo suo il cane e non essendo nemmeno residente in quell’appartamento finito al centro dell’attenzione.

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