Sempre meno bimbi. Nidi, in sette anni perso il 25% di iscritti

Culle vuote Le domande sono 195, come l’anno scorso. Rispetto al 2013 in città duecento neonati in meno ma ci sono ancora liste d’attesa per carenza di educatori

Sempre meno nuovi nati, sempre meno bambini negli asili, i nidi comunali in sette anni hanno perso quasi un quarto dell’utenza. Si sono chiuse le iscrizioni per trovare un posto dal prossimo settembre negli otto asili nido del Comune. Le domande arrivate sono 195, esattamente come l’anno scorso. Entro il 5 maggio le famiglie dovranno dare conferma tramite un versamento, quindi Palazzo Cernezzi dovrà stilare, asilo per asilo, le singole graduatorie.

Pochi i bimbi esclusi

Non dovrebbero esserci come in passato centinaia di famiglie escluse fuori dalla porta. La speranza è scarsa al massimo per una decina di bambini che hanno fatto domanda, ma che non abitano in città. Infatti alla luce del nuovo regolamento votato dall’attuale amministrazione comunale i non residenti ottengono meno punti rispetto ai cittadini che hanno casa nel capoluogo. Sono state avvantaggiate inoltre le famiglie con i genitori entrambi lavoratori rispetto a chi è invece senza una occupazione.

Le iscrizioni per i nidi sono comunque calate del 15% rispetto a prima della pandemia, nel 2019 le richieste avanzate al Comune erano state 229, dieci anni fa erano 265. Più in generale occorre dire che i bambini frequentanti sono diminuiti, poco meno del 25% rispetto al 2016, siamo passati da 388 bambini agli attuali 298 iscritti. I motivi sono diversi. Di sicuro nell’ultimo decennio c’è stata una contrazione delle nascite in città, il numero di neonati residenti a Como è passato da oltre 700 unità a poco più di 500. La curva pur con qualche oscillazione è in continua discesa, si salva solo qualche quartiere più popoloso e con una cittadinanza anche di provenienza straniera. Inutile sottolineare che il tasso di natalità è crollato ai minimi storici, anche a livello provinciale siamo scesi per la prima volta nel 2022 sotto ai 4mila nuovi nati. Le donne comasche arrivano al parto in media a 32,8 anni e fanno 1,21 figli ciascuna.

Poi però è vero che c’è stata anche una riduzione dell’offerta. L’asilo di Camerlata è stato chiuso nel 2016. Quindi in particolare tra il 2018 e il 2019, per mancanza di personale, di educatori, fuori dai nidi si sono formate liste d’attesa molto lunghe, con più di 100, anche 150 famiglie escluse.

L’anno del Covid

Il 2020 causa Covid è stato un anno ancor più difficile, con le bolle da mantenere i posti agli asili erano contingentati, occorreva per forza garantire un rapporto stretto tra maestre e bambini. Passata l’emergenza il problema è in parte rientrato. Certo da quest’estate con la chiusura dell’asilo di via Longhena, ad Albate, per tre anni di lavori utili al potenziamento del plesso, non è in vista a breve un ampliamento dell’offerta. All’orizzonte, forte di questi numeri, l’amministrazione comunale sta valutando una razionalizzazione dei plessi meno frequentati e più malconci, aprendo anche alla gestione dei privati.

In ultimo sempre in tema asili nido bisogna ricordare che da settembre scattano le nuove multe da 50 euro per i ritardatari decise dal nuovo regolamento di recente approvazione. «Dopo quattro ritardi mensili in entrata e o in uscita, anche non consecutivi, sarà applicata la sanzione di 50 euro per violazione della presente disposizione di regolamento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA