Canottaggio / Erba
Domenica 04 Agosto 2024
Soares: «A Casa Italia una festa bellissima. Io? Italiano orgoglioso»
Il bellagino e Stefano Oppo “celebrati” dopo l’argento. «Questo Paese mi ha accolto e mi ha dato tanto»
Come per il quattro di coppia, grandi festeggiamenti a Casa Italia per Gabriel Soares e Stefano Oppo, arrivati dal viale con il presidente Giuseppe Abbagnale e il segretario generale del Coni Carlo Mornati, accolti dagli applausi dei presenti e fatti oggetto di tante domande ed interviste.
«È stata una festa bellissima – assicura Gabriel Soares – e come era stato prima sul podio, anche lì mi sono sentito orgoglioso di portare la casacca dell’Italia, il Paese che mi ha accolto e mi ha dato tanto».
Gabriel era partito bambino dal Brasile con la mamma Silvana, a seguito della separazione dal marito, lasciando Iguazou, noto per le cascate meraviglia del mondo, dove era nato il 22 gennaio 1997. «Siamo arrivati a Bellagio che avevo 10 anni, il Comune della “perla del Lario” ci ha accolti e mia mamma ha trovato lavoro, così da permetterci di vivere serenamente, Abitando nella frazione di Visgnola, dove si respira l’aria di tanti campioni della Bellagina, sono arrivato in canottieri e da lì Chicco Mooeny mi ha tirato su, finché Franco Sancassani, nove volte campione del mondo, essendo il vicedirettore della sezione canottaggio della Marina Militare di Sabaudia, mi ha portato con sé quando dieci anni fa è stata aperta la sezione della Marina al Centro Remiero Lago di Pusiano. Sono entrato in Marina Militare e da lì con Franco è iniziata la mia carriera agonistica».
Grandi i risultati i suoi nei pesi leggeri: titoli mondiali in doppio nel 2017 e in singolo nel 2022, oltre agli Europei in quattro di coppia (2019 e 2020) e quattro coppe del mondo, delle quali l’ultima a Lucerna in doppio con Oppo, battendo la Svizzera e l’Irlanda. «È da due anni che stiamo preparando questa barca. Poi c’è stato lo stop di Pietro Ruta per problemi di salute e l’attenzione si è concentrata su noi due, Oppo e io. Abbiamo fatto un ottimo percorso, ottenendo la qualificazione olimpica ai Mondiali di Belgrado. Quest’anno vincendo il circuito della Coppa del Mondo e il titolo europeo a Szeged. Con queste credenziali ci siamo presentati a Parigi favoriti, quindi abbiamo dovuto lottare ancora di più contro tutti».
Forse gli azzurri avevano sottovalutato l’Irlanda, battuta a Lucerna e temuto troppo la Svizzera. «Niente affatto. Sapevamo che i campioni olimpici in carica sarebbero arrivati a Parigi più che mai pronti a ribadire la loro superiorità. Abbiamo cercato di attaccarli, ma si sono confermati più forti di noi. Chapeau. Non ci aspettavamo invece la défaillance della Svizzera. Ma evidentemente non hanno avuto i nervi saldi come noi. Brava anche la Grecia, che sapevamo di quanto valesse, però siamo riusciti a tenerla a bada. Insomma credo proprio che ci siamo meritati questa medaglia d’argento».
Peccato che i pesi leggeri sono stati cancellati dal programma olimpico. Significa togliere dal set a cinque cerchi i veri stilisti del canottaggio, in virtù delle loro strutture fisiche longilinee ed eleganti «Lo sapevamo purtroppo e ce ne facciamo una ragione. Il canottaggio non finisce lì. C’è anche l’aspetto positivo di non dover più stare in riga per essere nel peso. Poi a Losa Angeles ci sarà il coastal rowing beach sprint. Si può sempre provare anche quello, Basta volere e tutto si può fare».
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