Soares alle Olimpiadi: «Perché non crederci?»

Intervista «Siamo uniti, questa ritengo sia la cosa più importante, perché credere in noi stessi è il presupposto essenziale per compiere un’impresa»

Pesi leggeri ultimo atto. La categoria più tecnica ed elegante del canottaggio, ormai ridotta solo al doppio, salvo ripensamenti si spera ancora possibili, sarà cancellata dal programma olimpico a partire da Los Angeles 2028. Il bellagino Gabriel Soares e il sardo Stefano Oppo sanno che questo sarà l’addio ai Giochi, ma prima di salutare sono decisi a lasciare il segno.

Soares (Marina Militare) e Oppo (Carabinieri) scendono in acqua domenica mattina nel bacino olimpico di Vaires-sur-Marne i con una bacheca ben fornita che preoccupa gli avversari, in quanto vanta due vittorie nelle tappe di Coppa del Mondo di Varese e Lucerna, la vittoria del circuito stesso, un argento continentale conquistato ad aprile e il bronzo iridato vinto lo scorso anno a Belgrado.

Gabriel e Stefano , grandi atleti dediti al lavoro, hanno percorso due carriere agonistiche differenti. Il bellagino, classe 1997 è al suo debutto a cinque cerchi, mentre il sardo, 30 anni a settembre, è alla sua terza Olimpiade e da bronzo uscente della specialità (conquistato assieme a Pietro Willy Ruta a Tokyo 2020), rappresenta lo zoccolo duro della formazione, in quanto titolare dal 2017.

Se vogliamo però, il doppio pesi leggeri ha sempre gravitato sul lago di Como, con due lariani capovoga. Prima il menaggino Ruta, che quest’anno è stato bloccato dalla mononucleosi e ha dovuto arrendersi, ma al suo posto è arrivato l’altrettanto combattivo Soares, che è entrato da ragazzo nella Bellagina e poi è stato forgiato come mattatore al Centro Remiero Lago di Pusiano da Franco Sancassani. Oppo, oristanese, ma ormai comasco d’adozione (si appoggia alla Lario per legami sentimentali e ha preso casa con la famiglia a Cernobbio) , riflessivo e ordinato, è il compagno di barca ideale per formare un binomio perfetto.

A Parigi gli azzurri dovranno fronteggiare altri 15 equipaggi, primo tra tutti l’Irlanda con i campioni olimpici in carica Fintan Mc Carthy e Paul O’Donovan, nonché medaglia d’oro ai Mondiali di Belgrado nel 2023 e che nella stagione in corso hanno raccolto il bronzo alla Coppa del Mondo di Lucerna. Anche la Svizzera, vicecampione del mondo in carica e grande protagonista agli appuntamenti di quest’anno, vuole fare la parte del leone, forte dell’oro conquistato ai Campionati europei di Szeged, e delle due medaglie d’argento alla prima e seconda tappa di Coppa del Mondo con Jan Schaeuble e Raphael Ahumada.

Ad arricchire la rosa degli equipaggi più interessanti a questa edizione dei Giochi Olimpici ci sarà anche la Norvegia con all’attivo un bronzo alla prima tappa di Coppa del Mondo di Varese e il bronzo europeo conquistato in Ungheria solo tre mesi fa. Attenzione infine anche al Belgio, che punta nuovamente su Niels Van Zandweghe, sesto nella specialità a Tokyo 2020.

«Siamo pronti dentro di noi stessi – ha garantito Gabriel Soares al termine del raduno di Piediluco prima di entrare in silenzio stampa – e non solo in barca. Questa ritengo sia la cosa più importante, perché credere in noi stessi è il presupposto essenziale per compiere un’impresa. Ci sentiamo molto bene fisicamente e veniamo da una stagione straordinaria, seguendo un percorso in continua crescita. Con la qualificazione ottenuta direttamente ai Mondiali 2023, abbiamo potuto lavorare tranquillamente tutto il periodo invernale. Siamo i campioni in carica del circuito Coppa del Mondo e vice campioni europei. Credo che meglio di così non potrebbe essere

© RIPRODUZIONE RISERVATA