Sos Pronto soccorso a Como: ogni giorno 157 accessi ma il limite è di 106

Ospedale Sant’Anna Accolti negli ultimi sei mesi 43.567 pazienti. Quasi il 70% si è presentato con codici considerati lievi. Avrebbero dovuto rivolgersi al proprio medico curante

Il Pronto soccorso del Sant’Anna è in costante sovraffollamento, il 70% delle persone che chiedono aiuto ha un codice lieve.

Negli ultimi sei mesi il Pronto soccorso del principale ospedale di Como ha accolto 43.567 pazienti, di questi 30.413 (il 69,8%) avevano un codice considerato da medici e infermieri minore. Più precisamente sono stati registrati 22.428 codici verdi, pari al 51,4% del totale e 7.985 codici bianchi o azzurri, ovvero il 18,3%.

Risposte altrove

Questi quasi 8mila cittadini che sono entrati in Pronto soccorso restando ore in attesa per una diagnosi di lieve entità avrebbero dovuto trovare risposta altrove. Dal medico curante, dalla guardia medica o dal pediatra. I codici verdi, che da soli sommano oltre la metà dell’utenza del Pronto soccorso, sono più spesso pazienti che hanno bisogno di essere monitorati e che in buona percentuale non hanno bisogno di un successivo ricovero, non sono una vera urgenza. Al contrario i codici gialli (10.886, il 24,9%) e i codici rossi (2.268, il 5,2%) rappresentano una minoranza, nemmeno un caso su tre.

Secondo Areu il grado di sovraffollamento del Pronto soccorso del Sant’Anna si registra quando sono presenti più di 106 persone in contemporanea, in coda oppure in trattamento. Negli ultimi sei mesi, ma con ogni probabilità è così da anni, non è mai successo di scendere sotto a questa soglia. Il Pronto soccorso del Sant’Anna è quindi sempre sovraffollato, oscilla tra le 150 e le 200 presenze. Un picco difficile da gestire. Il calcolo comprende anche i pazienti che si rivolgono al pronto soccorso ginecologico e a quello pediatrico. Il servizio dedicato ai bambini (10.249 presenze in sei mesi) dallo scorso agosto ha subito un incremento dell’utenza pari al 27%, in concomitanza con la chiusura della Pediatria del Valduce.

Il confronto

Un dato interessante è il numero di ricoveri che l’ospedale incamera dal Pronto soccorso, 5.642 da novembre. Soprattutto nell’area medica (1.710), in quella chirurgica (1.708), quindi nell’area pediatrica (756), d’urgenza (670) e intensiva (546). Vuol dire che ogni giorno nei reparti si liberano 29 letti su richiesta dal Pronto soccorso. Non è poco, è pari a circa il 10% della disponibilità di tutto l’ospedale.

Rispetto al 2019 sono aumentati i ricoveri dal reparto di emergenza urgenza, soprattutto i casi oncologici, del 7%, più in generale crescono le patologie più complesse. Sempre rispetto a tre anni fa gli esami di diagnostica chiesti dal Pronto soccorso sono cresciuti dell’11%, le Tac del 19%. «Noi dovremmo dedicare i nostri sforzi alle patologie più gravi, tempo dipendenti – commenta Fabio Banfi, il direttore generale dell’Asst Lariana – invece di fare un’attività quasi di livello ambulatoriale. I tempi d’attesa sono collegati agli 8mila codici bianchi e azzurri che stazionano ore in Pronto soccorso e che vengono all’ingresso valutati. Noi non bastasse osserviamo una crescita dei livelli di complessità, infatti garantiamo un buon tasso di ricovero quotidiano cercando di liberare letti. Ma non nascondiamo la fatica a gestire punte da 200 presenze in contemporanea. Siamo in sovraffollamento 365 giorni all’anno. Il Pronto soccorso supplisce alle carenze della rete sanitaria».

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