Stile vintage 4.0 e upcycling couture. «L’arte sartoriale crea sostenibilità»

Moda Sonia Leoni, laurea allo Ied e corsi di costume, ha fondato un anno fa la sua startup e creato un brand. «Attorno all’atelier a Ponte Lambro è nata una community di valori»

«Sentivo il bisogno, come tantissimi ragazzi della mia età, di reinventarmi e creare qualcosa di mio. Dopo un periodo di riflessione, domandandomi cosa volessi realmente fare nella vita, ho deciso di creare una piccola attività “Sovintagesoul”, che mi rappresenta appieno».

«Ho acquistato due macchine da cucire industriali»

Ha tagliato il traguardo del primo anno di vita la sartoria creata da Sonia Leoni a Ponte Lambro, specializzata nell’upcycling, cioè nel dare nuova vita a capi del guardaroba e ispirata a un’estetica vintage anche per i nuovi modelli.

Impresa step by step

Una storia, quella di Sonia, che merita di essere raccontata, perché fa incontrare la passione per la moda con una formazione di primissimo livello e con la voglia di fare impresa. Laureata in Fashion Styling and Communication, specializzatasi alla Sartoria Professionale “Eli Fashion School” di Elisabetta Camassa, a Erba, Leoni ha frequentato anche un workshop in cui ha appreso le “Tecniche di confezione del costume teatrale” all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. E arriviamo all’8 agosto 2023. Quando ha deciso di avviare la sua start up, Leoni si è rimboccata le maniche iniziando a lavorare come cameriera part-time, mettendo anche a frutto le competenze di scrittura, come collaboratrice di testate giornalistiche. Obiettivo: fare impresa auto finanziandosi, a piccoli passi. «Con i primi guadagni ho acquistato due macchine da cucire industriali, una macchina di cucitura lineare ed una taglia e cuci, di seconda mano ovviamente, entrambe e di ottima qualità». A quel punto, sono arrivati anche gli sponsor. «I miei genitori, mio fratello e il mio compagno Pietro, una volta visto l’impegno profuso verso questo programma mi hanno sostenuta in tutti i modi possibili ed immaginabili. Pietro, in particolare, mi ha permesso di acquistare una macchina fotografica, indispensabile per creare l’immaginario sulle mie creazioni. I miei genitori, invece, hanno messo a disposizione la loro casa, donandomi il loro tempo e facendomi forza per poter creare un atelier come più piaceva a me. Mio fratello mi ha poi sempre incoraggiata».

Come tanti giovani della sua generazione – Sonia ha 29 anni – la consapevolezza ecosostenibile entra come condizione fondativa di ogni scelta di vita. Non a caso, a parte quello che confeziona in sartoria, Leoni acquista per sé da tre anni soltanto capi che hanno una storia. «Infatti, sono solamente abiti “vintage” e “second hand”. Dopo aver guardato il documentario “The True Cost (Produzione del regista Andrew Morgan, maggio 2015, Francia) ho deciso che non avrei mai più acquistato capi di Fast Fashion».

Fonte di ispirazione

Fonte di ispirazione continua è anche l’archivio couture della zia Giovanna Coti, che a Genova faceva parte del “bel mondo”, frequentava dive come Sophia Loren e Monica Vitti («prezioso scrigno di idee stlistiche fonte di continua ispirazione»). “Sovintagesoul”, oltre alla sartoria, anima una community – di clienti, amici, operatori della filiera – rivolta a sensibilizzare ai valori ecosostenibili realmente praticati nella vita di tutti i giorni. E le materie prime?

«I tessuti che utilizzo invece per la creazione dei miei abiti sono scarti di produzioni che acquisto e materiali alternativi come canapa, ortica, lino. Il tutto 100% sostenibile». Forte di una sensibilità estetica vicina agli stili Regency e Vittoriano, Leoni ha dichiarato fedeltà a un modello sartoriale ad alto tasso di ricercatezza. Ruches, voiles, maniche rimborsate e colletti ricercati, così complessi da realizzare, sono tra le sue specialità. Entrano citazioni del mondo teatrale, con skills formatisi al workshop del Teatro alla Scala. «Creo abiti dal sapore di epoche passate ed allo stesso tempo dono una nuova vita a capi che spesso sono stati lasciati nell’armadio per troppo tempo e hanno bisogno di essere rinfrescati e rigenerati. Di recente per esempio mi è capitato per una cliente di trasformare un paio di terribili blue jeans in una splendida gonna».

In un anno l’attività è cresciuta, così che Sonia Leoni sta per aprire un atelier che affianchi la sartoria, dove presentare le proprie collezioni. «Le difficoltà in questo lavoro, sono ovviamente i costi energetici, dei materiali e di produzione che vanno sostenuti. Anche la manutenzione macchine è un capitolo rilevante. Il bilancio? Non tornerei più indietro. Sento che le mie competenze vengono valorizzate e accresciute. Inoltre, al di là dei capi, il valore della sostenibilità e dell’economia circolare “contagiano” in senso virtuoso anche la community di “Sovintagesoul”».

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