La parola ai magistrati e agli avvocati: «Confidavamo in questa sentenza. Oggi è una giornata di sollievo e speriamo di pace»

Il caso di Erba La decisione della Corte d’appello di Brescia che ha stabilito l’inammissibilità della richiesta di revisione è stata commentata dai legali delle famiglie delle vittime, i Frigerio e i Castagna, così come dai magistrati. Qui foto e video

Tante le telecamere accese e i microfoni tesi per catturare le parole dei magistrati e degli avvocati che sono stati protagonisti di una giornata storica nella vita giudiziaria di un processo che da 18 anni cerca di fare luce sul caso estremamente discusso della strage di Erba. I primi a prendere la parola sono stati, inevitabilmente, il procuratore della Repubblica Guido Rispoli e l’avvocato di Stato Domenico Chiaro, che hanno raccontato di aver «studiato con un approccio assolutamente laico» le carte del caso. «Ma più studiavamo e sempre più ci convincevamo della non valenza demolitoria degli elementi di prova che erano stati prodotti, perché dobbiamo tenere conto che siamo nel processo di revisione che ha delle regole molto particolari e che sono molto da addetti ai lavori» ha detto Rispoli.

Strage di Erba, revisione respinta: il commento del procuratore della Repubblica Guido Rispoli. Video di Paolo Moretti

Una posizione sostenuta con nettezza dal collega, Chiaro: «C’è stata sempre questa vulgata che tutte le sentenze si basassero su tre elementi di prova, quando in realtà esiste una piattaforma indiziaria che si aggiunge ai tre elementi di prova, tra cui il grosso indizio di movente che fin dall’inizio aveva permesso di attenzionare Olindo e Rosa come possibili responsabili dei fatti. Ma anche il tipo di ferite che sono state inferte riconduceva inevitabilmente a loro due e rendeva assolutamente e fin dall’inizio improponibile la tesi della vendetta della criminalità organizzata».

Strage di Erba, revisione respinta: il commento dell’avvocato di Stato, Domenico Chiaro. Video di Paolo Moretti

Di grande sollievo le parole di Massimo Campa, avvocato della famiglia Castagna, che ha definito questa giornata come una «giornata di sollievo, di abbraccio alle persone che non ci sono più, di tristezza nel cuore per le persone che abbiamo perso e vorremmo che fosse di pace perché c’è stata un’aggressione ignobile nei confronti della famiglia Castagna e di Pietro». Questione, quella delle accuse contro Pietro Castagna, figlio, fratello e zio di tre delle vittime della strage, che più volte, dentro e fuori dall’aula Campa ha ribadito. «Confidiamo che sia finito questo continuo rimescolare le stesse carte, quando conosciamo la verità: una verità dolorosa e triste e noi vorremmo solo andare avanti e abbracciare le persone che non ci sono più».

Strage di Erba, l’avvocato della famiglia Castagna commenta la decisione sulla revisione del caso. Video di Paolo Moretti

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Adamo De Rinaldis, legale della famiglia Frigerio, coinvolta per la moglie di Valeria Cherubini e il ferimento di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage: «Per il momento soltanto un messaggio: sono molto contenti». Non c’è stata nemmeno l’ammissibilità: «Qualche dubbio che qualche prova potesse essere ammesse lo avevamo, soprattutto tra quelle scientifiche, ma confidavamo in questo risultato». L’avvocato era pronto anche a depositare nuovi elementi, come quelli relativi agli esami del sangue di Mario Frigerio (di cui abbiamo scritto qui) che escludono la possibilità di intossicazione da monossido di carbonio da parte della vittima e unico testimone. «In questi giorni avevamo acquisito presso l’ospedale di Como le cartelle cliniche in cui era evidenziato in maniera chiara che non c’era alcuna intossicazione, che i livelli di anidride carbonica nel sangue erano assolutamente nella norma e che questo escludeva qualsiasi ipotesi di intossicazione da monossido di carbonio e contrastava con le tesi e le teorie scientifiche portate avanti dagli avvocati dei due imputati».

Adamo de Rinaldis avvocato della famiglia Frigerio fuori dal tribunale di Brescia. Video di Paolo Moretti

Fabio Schembri, legale dei coniugi Romano, invece fuori dall’aula del tribunale di Brescia ha ribadito la volontà di trovare nuove vie per dimostrarne l’innocenza: «È stata emessa una sentenza e in virtù di questo faremo ricorso in Cassazione. Di fatto qui le prove nuove non sono state ammesse, però c’è una sentenza. Questo tecnicamente significa tante cose, tra le quali che noi vogliamo che venga celebrato un processo e che le prove vengano ammesse. Siamo arrivati a fare tre udienze, perché la Corte di Appello l’hanno ritenuta ammissibile e poi è tornata sui propri passi. Non abbiamo parlato con Rosa e Olindo, c’è stato tempo solo per un saluto».

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