L’arpista che suona in strada: «A Como è impossibile seguendo il regolamento. A Lecco e Monza è meglio»

La storia Davide Negretti ha seguito le indicazioni del Comune punto per punto, ma una serie di spiacevoli sorprese e una lunga attesa lo hanno fatto desistere: «Mi dispiace sinceramente, amo la mia città»

Suonare in città a Como non è un gioco da ragazzi. Il regolamento relativo all’arte di strada è entrato in vigore lo scorso ottobre, ma, anche seguendolo, poter suonare per le vie della città può rivelarsi un percorso tortuoso. Lo racconta Davide Negretti, arpista professionista da 12 anni e membro del complesso “Tinere Harpa ” : «Il 12 giugno ho inoltrato la domanda per la concessione delle postazioni a Como. E subito ho fatto la prima spiacevole scoperta: la domanda, a differenza di quando scritto nel regolamento, non può essere fatta via mail, ma solo di persona». Ma non basta: dopo aver correttamente seguito la procedura indicatagli, Davide ha ricevuto una seconda brutta notizia: «Mi hanno riferito che l’attivazione delle postazioni richieste avviene solo dopo 30 giorni l’avvenuto invio della domanda. E anche questo sul regolamento non è scritto, ma è stato aggiunto sul sito solo recentemente, dieci giorni fa per la precisione, in rosso. Nel verbale tuttavia non si trova in alcun punto».

Un disagio non da poco se si considera che le postazioni di cui viene data la concessione agli artisti di strada possono essere occupate per 60 giorni e una nuova richiesta può essere fatta solo allo scadere delle prenotazioni precedenti. «In pratica - tira le somme Davide - ogni due mesi, per 30 giorni, non posso suonare a Como».

Situazione ben diversa in altre città lombarde dove l’arpista comasco si esibisce: a Monza, per esempio, il sistema di prenotazione è gestito dalla polizia e gli step che permettono di prenotare le postazioni sono rapidi e conformi al quanto indicato nelle regole: «La richiesta va inoltrata sette giorni prima dell’utilizzo della postazione, ma questo è indicato nel regolamento e mi sembra anche un lasso di tempo ragionevole». Nessuna attesa invece a Lecco, dove l’arte di strada non è regolamentata tramite concessioni delle postazioni, e a Milano, dove invece il sistema di prenotazione è gestito tramite un’applicazione.

Oltre al danno, anche la beffa: finalmente, negli scorsi giorni, Davide ha ricevuto l’invito a ritirare le concessioni. «E lì ho scoperto di dover pagare altri 16 euro, anche questi non segnalati nel regolamento, per un totale di 32 euro (ndr. la domanda va presentata con marca da bollo da 16 euro). Ho deciso di rinunciare - conclude - e mi dispiace, perché Como è la mia città e io sono un musicista e compositore professionista, quindi naturalmente il luogo in cui vivo influenza anche quello che creo: la mia musica nasce su questo territorio e mi piacerebbe potermi esibire anche qui senza dover incorrere in tutte queste complicazioni».

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