Ticino, sfida all’Europa: «Stop migranti»

Confine Dall’Udc il via all’iniziativa che punta a rivedere l’attuale politica su accoglienza e asilo

È una sfida in piena regola quella che la Svizzera o meglio la destra svizzera ha lanciato all’Europa - Italia inclusa - sul tema sensibile dei migranti. L’Udc tenendo fede all’impegno assunto già prima delle cantonali in Ticino sabato ha lanciato l’iniziativa “No ad una Svizzera da 10 milioni” (di abitanti) finalizzata - per dirla con il presidente nazionale dell’Udc, il ticinese Marco Chiesa - «a mettere fine al caos che sta regnando nel settore dell’accoglienza ai migranti e in generale dell’asilo».

Chiaro il rimando anche alla polemica in essere con il nostro Paese, dopo che Roma ha sospeso in via unilaterale l’Accordo di Dublino, di fatto obbligando a tenere sul territorio federale la quota di migranti che l’Italia avrebbe dovuto (ri)accogliere.

E con i centri di accoglienza pieni all’80%, l’argomento rischia di fare breccia tra una larga parte della popolazione, portando inevitabilmente a uno scontro con l’Europa. Inevitabile anche una stoccata alla libera circolazione, pur senza mai chiamare in causa direttamente i frontalieri. L’Udc ha dunque spostato la barra del ragionamento dell’impennata di lavoratori stranieri presenti sul territorio federale a un limite ai cosiddetti “migranti economici”. «In 20 anni sono arrivate in Svizzera oltre 1 milione e mezzo di persone - le parole di Chiesa -. Il nostro Paese conta ora 9 milioni di abitanti. L’anno scorso grazie alla libera circolazione delle persone sono immigrate 80mila persone. Quest’anno si attendono 40mila domande d’asilo. Non si tratta di rifugiati, ma di migranti economici. I rifugiati depositano la domanda d’asilo nel primo Paese sicuro, i migranti nel Paese più attrattivo. Tutto questo non può continuare». Se il quesito dovesse approdare alle urne, esistono davvero i presupposti per un “muro contro muro” con l’Europa sul tema della libera circolazione, in un momento in cui peraltro assecondando Bruxelles per quanto concerne le sanzioni contro la Russia, la vicina Confederazione ha in parte derogato alla plurisecolare neutralità. Da capire ora quanto il quesito elettorale farà breccia tra gli alleati e soprattutto tra gli elettori. A quattro mesi dalle elezioni federali, l’Udc ha deciso di giocarsi il tutto per tutto, rimarcando la pressione dei migranti «su ospedali, abitazioni, strade e energia». Il Governo di Berna sicuramente non resterà a guardare. Già nei prossimi giorni potrebbe arrivare una presa di posizione, anche se il tentativo (fallito) di riattivare l’Accordo di Dublino con l’Italia ha sicuramente fatto storcere il naso, sull’altro lato del confine, anche a qualche politico di maggioranza. Nel frattempo la pressione migratoria soprattutto alla frontiera sud si è di nuovo fatta importante, con 5 mila ingressi illegali nel solo Ticino nei primi quattro mesi dell’anno.

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