Tir e bus sulla Regina, resta il caos. Si pensa alla Ztl

Il vertice Rinviata a oggi 2 agosto la decisione sui metodi per fermare i mezzi pesanti. Il ministero delle Infrastrutture ipotizza un deterrente elettronico

Fumata grigia nel vertice di ieri convocato dal prefetto Andrea Polichetti circa le misure operative da adottare per i tanti, troppi mezzi pesanti (in particolare) che forzano l’ordinanza Anas e transitano lungo le strettoie della statale Regina, un buon numero dei quali consapevoli che i 60,20 euro di sanzione (già decurtati del 30%) rappresentino un dazio decisamente meno oneroso rispetto al giro dalla Statale 36.

Le richieste

Il prefetto ha rimandato ad oggi una nota - d’intesa con il questore Marco Calì - sulle contromisure da adottare anzitutto per il mese clou della stagione turistica e per l’ultimo scampolo d’estate. Di sicuro uno dei punti fermi è rappresentato dal posto di controllo - chiesto a gran voce dai sindaci, ma anche dal comandante della polizia locale di Tremezzina, Massimo Castelli - da istituire a Laglio, prima cioè di affrontare il rettilineo delle Camogge e così le strettoie tra Colonno e Ossuccio. Il secondo posto di controllo dovrebbe poi essere istituito a Griante.

Per quel che concerne Laglio, la zona del posto di controllo sarebbe la medesima sperimentata durante la prima violenta ondata di contagi (primavera 2020) ovvero al confine tra la Regina e la Vecchia Regina ovvero la strada “bassa” che collega Laglio a Cernobbio.

L’altra novità - oggetto di una valutazione tecnica e giuridica da parte del ministero delle Infrastrutture - è stata abbozzata nel lungo vertice di mercoledì a Villa Gallia dall’autorevole voce della capo struttura tecnica del Mit, Elisabetta Pellegrini, che prima di entrare nel merito di tale proposta ha bacchettato Anas, rimarcando come «non possiamo pretendere che i cittadini rispettino un’ordinanza se la comunicazione di quell’ordinanza non è chiara».

Sottolineatura giunta dopo le segnalazioni di una scarsa chiarezza nella segnaletica verticale evidenziata dal comandante della polizia locale di Tremezzina, Massimo Castelli.

Poi la proposta: «L’obiettivo è trovare sistemi di monitoraggio e repressione dell’infrazione che non implichino necessariamente la presenza delle forze dell’ordine». Il riferimento è «all’istituzione di una sorta di Ztl - non una Ztl pura - dotata di sistemi per rilevare la presenza di mezzi pesanti e bus turistici ed evidenziarne eventuali infrazioni. E’ ovvio che questa sorta di Ztl non eviterebbe il passaggio del mezzo pesante di turno. Ciò non toglie che le sanzioni risponderebbero appieno a quel ruolo di deterrente che tutti noi auspichiamo. Questo perché i mezzi pesanti sono abbastanza ripetitivi nei loro percorsi. Inizialmente sarebbe importante affiancare a questi sistemi di videosorveglianza la presenza delle forze di polizia e della polizia locale».

L’ordinanza

Da qui l’approfondimento chiesto dal Mit. Da segnalare infine la chiosa del responsabile della Struttura Territoriale Anas Lombardia, l’ingegner Nicola Prisco, che ha sottolineato come «il diniego alla sospensiva rispetto al ricorso presentato da “Sistema Trasporti” è una buona notizia, anche se il Tar deve esprimersi ancora nel merito. Decisione che avverrà nei prossimi mesi». Questo per dire che prima di ufficializzare la bontà da qui ai prossimi anni dell’ordinanza bisognerà pazientare ancora qualche mese.

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