Tomassini concede il bis. Ormai è il killer di Cantù

Basket A2 La sconfitta con Rimini evidenzia un’incredibile coincidenza. L’ha decisa lo stesso giocatore che l’anno scorso punì i biancoblù con Cento

Due indizi non faranno una prova, ma ci siamo quasi. Cantù soffre tremendamente Giovanni Tomassini. Non LeBron James, ma Giovanni Tomassini. Decisivo nelle due volte che di fronte si è trovato le canotte bianche e verdi della S.Bernardo, domenica il giocatore romagnolo ha realizzato il tiro che ha segnato la partita contro Rimini.

Semifinale di Coppa Italia

Il solo pronunciare il suo nome, prima della quarta sfida di fase a orologio, riportava la mente a quella maledetta semifinale di Coppa Italia contro Cento, giusto giusto un anno fa, a Busto Arsizio. Una partita che certamente Cantù non prese con il piglio giusto, ma che fu molto più che indirizzata dalla giornata di grazia dell’esperto play-guardia.

Lasciò il segno con 28 punti in 32 minuti sul parquet, con una terrificante – per Cantù – percentuale al tiro da 3: 57%. Ne tentò 14, ne andarono a segno 8, sempre nei momenti clou della partita. Quando c’era da allungare, ecco Tomassini. Quando c’era da arginare i tentativi di Cantù, che pure ci furono, la soluzione era passare la palla a Tomassini. Che contribuì in maniera più che netta al 77-84 con cui Cento escluse dalla competizione organizzata proprio da Cantù.

Ma di chi parliamo? Di un giocatore di quasi 36 anni, che ha vissuto la serie A da comprimario – Tre stagioni a Pesaro e Venezia, una a Venezia, carriera legata soprattutto a Verona - e che si è ritagliato uno spazio importante in A2. Mano calda, ma non sempre protagonista. Evidentemente, ha qualche conto aperto (e segreto) con Cantù.

Un giocatore che a Rimini non parte mai in quintetto, ma che da sesto uomo viaggia a una media di 12 punti. A Desio ne ha realizzati 14, ma quei 3 segnati a una manciata di secondi dal termine hanno spaccato la partita.

Posto che Cantù non ha perso “solo” per quella tripla, ma che alla fine è l’episodio che tutti si ricorderanno in futuro, e ancora una volta legato a quel nome, va anche detto che si è trattato di una scelta coraggiosa.

Se l’anno scorso in Coppa Italia quella di Tomassini fu una partita vissuta da protagonista, stavolta non è andata proprio così. Anche a Desio, non è partito in quintetto, è entrato a partita in corso e non ha carburato subito.

Scelta ponderata

Ma ha comunque segnato un tiro da 2, l’unico tentato, per poi segnare due bombe. Quella decisiva, anche a rivedere le immagini, è frutto di una scelta ben ponderata. Avrebbe potuto andare comodamente a canestro appoggiandosi al tabellone, sfruttando anche lo scivolone di Moraschini. Invece, ha scelto di vincere da solo la partita, o comunque di creare le condizioni per farlo: è indietreggiato, ha sistemato i piedi e ha sganciato il tiro della domenica, in ogni senso.

E Cantù, dopo aver sprecato l’ultima conclusione, si lecca nuovamente le ferite inferte da quell’uomo-spauracchio che risponde al nome di Giovanni Tomassini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA