Treni Como-Milano più lenti di 50 anni fa: «Servono investimenti»

Trasporti Nel 1972 ci volevano due minuti in meno. Il referente dei pendolari: «Il rincaro dei biglietti? Sarebbe poca cosa se il servizio funzionasse bene»

I pendolari comaschi che nel 1972 prendevano il treno per andare a Milano ci mettevano due minuti in meno dei loro colleghi di oggi.

Cinquant’anni sono passati - non invano - sul fronte delle telecomunicazioni e della logistica, è nato il concetto di globalizzazione e in agosto nel cielo sopra Como invece delle stelle cadenti si contavano i satelliti di Elon Musk. Ma Trenord è riuscita nella non banale impresa di allungare i tempi di percorrenza su diverse tratte lombarde, fra cui quelle comasche ricorrono con regolarità.

Gli orari del secolo scorso

Lo certificano gli orari d’epoca (dal 1899), riprodotti nell’archivio online di Fondazione Fs Italiane. Prendiamo il caso di un pendolare che nel 1972, esattamente cinquant’ anni fa, da Varese voleva arrivare al lago di Como. Impiegava un’ora e cinque minuti. Oggi, al netto dei ritardi, i tabelloni di Trenord indicano che il viaggio dura un’ora e otto minuti. Lo stesso vale per la tratta Milano - Como: 55 minuti nel 1972, contro i 57 attuali.

Il motivo non è un mistero: la rete ferroviaria è vecchia e non è mai stata rimodernata. Di elettrificazioni e raddoppi delle linee si parla da anni. Se Regione Lombardia ha speso due miliardi per i nuovi treni, l’accordo da 14 miliardi con Rfi per la riqualificazione delle linee è ancora quasi del tutto lettera morta.

«Sappiamo da tantissimi anni che la tratta Milano-Chiasso ha bisogno di interventi pesanti - dice Ettore Maroni, del Comitato pendolari di Como - L’infrastruttura non è in grado di reggere la mole di traffico necessaria, anche volendo i tempi di percorrenza non si possono comprimere. Oltre ai convogli dei pendolari oggi su quella linea viaggiano i merci, l’alta velocità e i treni del Gottardo. Stanno già facendo dei lavori per migliorare la percorribilità e ampliare ma la strada è intasata. Sarebbero necessari enormi investimenti che evidentemente sono stati destinati ad altre opere».

Le linee storiche

Insomma serve una visione più ampia: «Sulla Milano-Chiasso stanno lavorando, ma è come sistemare una casa troppo piccola: cambia poco. Sarebbero necessari investimenti a lungo termine. Si è investito moltissimo sull’alta velocità, probabilmente correttamente, ma le linee storiche sono rimaste quelle di 50 anni fa e i tempi di percorrenza, anche per motivi di regolamento ferroviario, sono sostanzialmente invariati».

A fronte di tutto questo sono appena scattati gli aumenti sui biglietti: «Il problema non è quel 3% in più sulle tariffe, ma il fatto che il servizio non è affidabile. Se per non rischiare di tardare in ufficio devo prendere tutti i giorni il treno prima e poi restare ad aspettare in un bar - perché cinque giorni su sette il mio treno ritarda - c’è qualcosa che non va e il mio stile di vita peggiora sensibilmente. Gli investimenti sui treni non potevano essere procrastinati perché il materiale rotabile era in pessime condizioni, ma ora è necessario pensare alle infrastrutture e a migliorare la performance del trasporto. Quindi: d’accordo i 3 euro in più al mese, ma mi si deve garantire l’affidabilità del servizio».

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