Trova un annuncio online e compra la Vespa. Comasco truffato da marito e moglie

Il processo L’acquisto per 300 euro ma il telaio della moto non è mai arrivato. Condannati due coniugi, residenti a Crotone

Credeva di essere al sicuro, in un gruppo chiuso di appassionati attivo su Facebook e dedicato ai ricambi certificati della sempre amata “Vespa”. Per questo motivo, alla vista di un telaio di una Vespa Special (con relativo certificato di conformità), moto tante volte cavalcata ma anche cantata grazie alla voce di Cesare Cremonini, ha pensato bene di contattare i venditori acquistando il pezzo tanto ambito con una spesa di circa 300 euro.

Il bonifico

È iniziato però con quel bonifico, quando il calendario segnava il 29 maggio 2019, l’ennesimo raggiro di cui si ha traccia nelle aule di giustizia con udienze quasi quotidiane. Solo che in questo caso, rispetto a molti altri, i due presunti responsabili sono stati non solo individuati, ma anche condannati a pene per nulla lievi.

Nei guai, per quella truffa di tre anni fa, sono finiti marito e moglie di Crotone, lui di 37 anni e lei di 44. La carta su cui erano stati fatti confluire i soldi, salvo poi non consegnare mai il telaio della Vespa Special anche solo per il fatto che i coniugi non ne avevano le disponibilità, era una postepay intestata alla donna. La signora aveva provato a difendersi, sostenendo che in realtà quella carta postepay l’aveva smarrita già da due mesi, portando anche come riscontro a questa sua dichiarazione una chat su whatsapp in cui appunto faceva riferimento allo smarrimento. Negli atti del processo, tuttavia, non è mai giunta alcuna denuncia formalizzata di fronte alle forze dell’ordine.

Le richieste

Insomma, per la procura non c’è mai stato alcun dubbio sul fatto che quei soldi fossero effettivamente finiti nelle mani di moglie e marito residenti in quel di Crotone, con il ruolo dell’interlocutore con la vittima – al momento della trattativa su Facebook – che era stato svolto dall’uomo.

La pubblica accusa, nel corso del processo che si è svolto in queste ore, ha infine sottolineato come gli accertamenti effettuati in fase di indagine «non abbiano lasciato al riguardo alcun dubbio», chiedendo la condanna sia dell’uomo, Luca Laino, sia della donna, Antonia Milano, alla pena quantificata rispettivamente in 9 e 7 mesi.

La difesa, per voce dell’avvocato Edoardo Parravicini, ha al contrario continuato a perorare la causa dello smarrimento della tessera postepay, che dunque non era più in possesso della moglie.

Il giudice monocratico tuttavia non ha avuto dubbi, condannando i coniugi di Crotone ad una pena addirittura più pesante rispetto a quella che era stata chiesta dal pubblico ministero, quantificata in un anno e 3 mesi per lui e 7 mesi per lei, con mille euro complessivi di multa e altri mille euro a favore della parte civile costituita in aula (un signore di Como) e rappresentata dall’avvocato Fulvio Anzaldo. Le indagini che hanno poi portato a sventare la truffa erano state seguite dai carabinieri della stazione di Albate.

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