Un Como con troppe novità: c’è da lavorare

Parlare del rigore di Cutrone è fuorviante: troppi giocatori nuovi tutti insieme, serve tempo

Clunc, clanc, bam... Fabregas tira martellate al blocco di marmo davanti ai suoi occhi, ma ci sarà molto da cesellare, limare, correggere per vedere le sembianze dell’opera d’arte che l’allenatore spagnolo ha in mente. Oddio, una di quelle mazzate magari sarebbe tentato di tirarla a Cutrone (si fa per ridere, eh...), per via del rigore sbagliato al 94’ che poteva regalare il pareggio al Como, ma vogliamo andare controcorrente e dire che fermarsi a quell’errore vorrebbe dire non guardare al nocciolo della questione. E cioè che questa squadra, è un blocco informe di marmo, e che per tirare fuori la statua della bellezza ci sarà da lavorare. Troppe novità tutte insieme da gestire. Vale per tutti? Vale per molti? Ok, ma noi ci occupiamo del Como, del suo mercato pazzo, che dopo quello funzionale e quello fatto di grandi nomi (alcuni arrivati e alcuni no), ha iniziato il mercato a sorpresa, con giovani arrivati da ogni angolo, uno al giorno, messi in campo uno dopo l’altro, come chicchi d’uva messi in bocca a ripetizione. Una volta c’erano i ritiri estivi per amalgamare tutto. Ma oggi il mercato si chiude a campionato iniziato e ci sono casi come il Como in cui le operazioni più importanti vengono fatte negli ultimi giorni di trattative. Così giocatori come Kempf, Sergi Roberto, Van der Brempt, Perrone, Paz, Fadera sono buttati in campo uno dopo l’altro, senza aver capito bene ancora dove si trovano. Aveva ragione il dg Ludi che aveva parlato di atterraggio difficile nel pianeta serie A, e della necessità di tenere botta nelle prime partite. E aveva ragione, forse, chi diceva che il campionato del Como sarebbe iniziato alla quarta giornata, cioè dopo la sosta, al debutto al Sinigaglia dopo tre trasferte consecutive dettate dalle esigenze logistiche del Sinigaglia, sfruttando le due settimane di lavoro per via della sosta della nazionale per cementare il gruppo.

Qualcosa di buono si è visto anche a Udine, specialmente nel primo tempo. Il calcio di Fabregas è aggressivo. E se il rigore di Cutrone fosse entrato, probabilmente molti avrebbero parlato di pareggio giusto. Però parla la classifica, e se dopo tre giornate hai un punto, allora puoi parlare di debutto duro, difficoltoso, anche se dopo una sfida impossibile con la Juve e dopo aver buttato nel cesso il pari a Udine.

L’unico dubbio su questa squadra, resta un po’ quello del portiere. Perché ci sta che Fabregas abbia voluto il suo uomo di fiducia, capace anche di aiutare nei concetti in allenamento, ma Reina ha 42 anni e sul gol dell’Udinese resta il dubbio di una sua reazione un po’ tardiva. Per il resto, avanti con fiducia.

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