Cronaca / Como città
Martedì 29 Agosto 2023
Uno dei due olmi simbolo di Villa Olmo è a rischio «estremo»
La relazione L’albero verso il lido viene definito dall’agronomo «prossimo al disseccamento». Nell’elenco inviato alla Soprintendenza figurano faggi, lecci, frassini. Saranno tutti sostituiti
Sembrano non esserci speranze per l’olmo verso il lido, le cui condizioni vengono definite di «gravità estrema» dall’agronomo che ha stilato la relazione inviata alla Soprintendenza per chiedere il via libera all’abbattimento di dieci alberi del parco di Villa Olmo, a cui si aggiunge una delle due piante simbolo (per l’altra, quella verso la città, le condizioni verranno rivalutate a ottobre, dopo la potatura). L’albero, alto 15 metri e con il tronco del diametro di 120 centimetri è da anni osservato speciale per le sue precarie condizioni. La classe di «propensione al cedimento» in base alle analisi appena eseguite viene definita di «gravità estrema».
L’analisi
«Esemplare radicato in aiuola fronte lago con apparato radicale superficiale - si legge nel documento - presenza di degradazione cariogena al colletto. Chioma disseccata, albero prossimo al completo disseccamento. Si suggerisce abbattimento e sostituzione». Prima di arrivare al taglio è eventualmente prevista la potatura delle branche secche, ma in ogni caso «occorrerà comunque procedere per gradi verificando la consistenza del tronco ed eventuali alterazioni, per cercare di conservare se possibile in sicurezza la pianta, nel caso non sia possibile sarà inevitabile l’abbattimento».
Entrambi gli olmi al momento sono “transennati” per sicurezza.
Nella relazione inviata a Milano, trattandosi di un parco sottoposto a vincolo, vengono citati anche gli altri alberi per i quali l’abbattimento è stato individuato come unica soluzione. Sono dieci in totale. Nel dettaglio c’è un faggio contrassegnato dal cartellino 86 (alto otto metri, diametro 15 cm) del quale è rimasto già oggi solo il tronco che si trova nel parco sul retro della villa. Un leccio (cartellino 105) alto 10 metri e che si trovava a ridosso di un vialetto pedonale è caduto da solo nei giorni scorsi ed è già stato rimosso. Destino già segnato anche per un carpino bianco (cartellino 119) alto 15 metri che appare completamente secco e sarà abbattuto perché il rischio cedimento è catalogato come «gravità estrema». E ancora da abbattere si trova un frassino maggiore (cartellino 146) poiché «si rileva un distacco corticale diffuso nella parte basale del tronco e una carie in stato avanzato a livello del colletto»; un “Chamaecyparis” (cartellino 260) alto 17 metri «in deperimento irreversibile».
Senza speranza
La relazione include un “Bagolaro” (309) alto 13 metri pure lui «in deperimento irreversibile». Un albero della stessa specie (numero 373) alto 11 metri «è da sostituire per scarsa vegetazione». Il frassino numero 326 è quasi completamente secco, mentre l’acero campestre 372 viene definito «totalmente secco». Infine la “Palma di San Pietro” (442) alta sette metri è «totalmente secca».
Nel rapporto viene precisato che «si interverrà con la piantumazione di altre piante in posizione adeguata poco distanti dai punti in cui erano radicate, così da ripristinare l’assetto arboreo e paesaggistico dell’originale disegno». E ancora: «Il materiale vegetale sarà fornito in zolla con circonferenza pari ad almeno 20 – 25 cm al tronco, per le latifoglie, e 3,5 - 4 metri di altezza, per le conifere».
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