Cronaca / Lago e valli
Sabato 30 Novembre 2024
Variante, il rebus delle date
Spunta l’ipotesi fine marzo
Tremezzina. La risposta del vice ministro contiene dati chiari al riguardo Un mese di tempo per fare la perizia dopo il via libera del Collegio tecnico
A conti fatti, anche per smorzare i facili entusiasmi che potrebbero sorgere a seguito di una decisione in tempi celeri da parte del Collegio Consultivo Tecnico (che tornerà a riunirsi martedì), le volate tramite esplosivo dentro le gallerie di entrambi i portali della Variante della Tremezzina potrebbero non riprendere prima di fine marzo o inizio aprile, dunque a un’incollatura dal lungo fine settimana di Pasqua. Con tutto ciò che l’inizio convenzionale della stagione turistica porterà in dote in termini di traffico.
La tempistica si evince dalla risposta che il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami ha fornito all’interrogazione con i crismi dell’urgenza presentata dalla deputata comasca e capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga. Risposta in cui si legge che alla determinazione del Collegio Consultivo Tecnico seguirà una perizia di variante, che dovrà essere consegnata entro 30 giorni lavorativi “dal rilascio della suddetta determinazione”.
Ciò significa che entro i primi dieci giorni di febbraio si avrà la perizia di variante, che riveste un’importanza strategica dentro le logiche che accompagneranno la prosecuzione dei lavori e soprattutto degli scavi. Perizia che, probabilmente, dovrà poi essere approvata dal Cda dell’Anas e che sarà redatta dal direttore dei lavori della variante (d’intesa con il “rup”), all’interno della quale dovranno essere perimetrati - in via definitiva - i vari aspetti progettuali che si discostano dalla progettazione esecutiva. Qui sarà anche quantificato il dovuto ovvero quanto del “tesoretto” degli 81 milioni di euro del ribasso a base d’asta dovrà essere corrisposto per far ripartire i lavori.
Nella perizia di variante potrebbe finalmente essere risolto anche l’enigma legato alla realizzazione degli approdi a lago da realizzare alla Ca’ Bianca, con il materiale che su chiatte motorizzare dovrebbe poi raggiungere il Moregallo, sulla sponda lecchese del Lario.
Dentro la perizia si saprà se la realizzazione degli approdi è ancora o meno contemplata, con tutto ciò che ne consegue per il trasporto (in alternativa) via terra dei materiali di scavo. A proposito dei materiali in uscita dalla Ca’ Bianca, negli ultimi giorni - a fronte anche del fermo prolungato degli scavi (le ultime volate a Griante risalgono a febbraio, dunque quasi a dieci mesi fa) - da più parti è stato avanzato il seguente quesito ovvero possibile che nella progettazione esecutiva non sia stata evidenziata una quantità così rilevante - circa 100 mila metri cubi, a quanto sembra - di materiale contenente arsenico naturale) Materiale che da febbraio in poi ha rappresentato il vero vulnus dell’opera.
Questo peraltro tenendo conto che ci si è avvalsi anche del supporto di diversi geologi. Queste ingenti quantità di arsenico ora fanno parte a pieno titolo della controversia tra Anas e impresa.
Tornando al cronoprogramma dei lavori, incamerata entro la prima decade di febbraio la perizia di variante, poi si tratta di riorganizzare il cantiere. Anche per questo il Consorzio Stabile Sis ha già inoltrato in proprio una richiesta per poter dar corso alle nuove volate tramite esplosivo “in proprio”. La speranza, a conti fatti, è che le “volate” possano riprendere tra fine marzo e inizio aprile, ricordando i due anni e mezzo di scavi ad oggi necessari per raggiungere lo sbocco sul Perlana tra Ossuccio e Lenno.
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