Variante, torna l’ipotesi commissario

Tremezzina Deve nominarlo il governo, Salvini a metà settembre lo aveva escluso: ma la situazione è cambiata. I sindaci al momento sono scettici: «Non in questa fase. La priorità è capire quando e come riprenderanno i lavori»

«La nomina da parte del Governo di un Commissario straordinario? Non in questa fase».

I sindaci del territorio sembrano concordi (segnale importante dopo la differenza di vedute dei mesi scorsi) nel congelare al momento la nomina di un Commissario straordinario per gestire le travagliate sorti del cantiere della variante della Tremezzina, alla luce anche dell’inchiesta di giovedì della Procura di Milano sull’affidamento del maxi appalto da 412 milioni di euro.

Lo stesso ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a metà settembre - a margine della festa della Lega di Cantù - aveva espresso il proprio “no” alla nomina da parte del Governo di un commissario straordinario, sul modello di quanto avvenuto a Genova per la ricostruzione del ponte Morandi. «Il Commissario a fronte degli idrocarburi presenti sotto la montagna non è che possa trasformarsi in “Superman”», le parole di Salvini.

Situazione intricata

Dopo il summit di venerdì ad Ossuccio, sembra dunque prevalere in maniera nitida la fiducia a tempo nei confronti di Anas e ministero delle Infrastrutture contenuta nelle due pagine di documento approvato all’unanimità e che ora sarà inviato a tutte le parti in causa, tenendo come termine ultimo per avere (da Anas) un cronoprogramma aggiornato dei lavori il 31 ottobre.

Quanto alla nomina di un Commissario straordinario, alla luce anche di quelli che potranno essere gli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Milano, il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra ha confermato «di non avere preclusioni di alcun tipo». «Si tratta di un’opera straordinaria, rispetto alla quale occorre utilizzare tutte le modalità e gli strumenti legittimi, anche eccezionali, che possono essere necessari per la realizzazione della variante nei tempi più brevi possibili - la sottolineatura del sindaco di Tremezzina -. Al momento, abbiamo chiesto chiarezza sui problemi ed un nuovo cronoprogramma entro fine mese. Avuti questi riscontri, si sarà in grado di valutare anche se quello del Commissario possa o debba essere uno di questi strumenti».

Dal canto suo il sindaco di Argegno Francesco Dotti non ha dubbi nel ritenere «utile la nomina di un Commissario straordinario, a meno che l’indagini paralizzi l’attività del cantiere ad esempio attraverso un sequestro dello stesso. Ritengo la nomina di un Commissario straordinario una sconfitta dello Stato e di noi sindaci. Ritengo prioritario ottenere certezze in tempi celeri. Se così non fosse, giusto promuovere forme di protesta eclatanti. Sono ancora fermamente convinto infine che il lago sia la soluzione migliore per conferire i materiali di scavo. Spero che il ministro delle Infrastrutture con un Decreto possa dar corso a questa volontà del territorio».

Si cerca una via d’uscita

Secondo il sindaco di Colonno (Comune su cui ricade il portale sud della variante) Davide Gandola oggi, alla luce anche dell’indagine in essere, «la priorità è capire in che modo e con quali tempistiche riprenderanno i lavori. E, aggiungo, confido che in base anche a quanto rimarcato nel documento approvato venerdì Anas possa essere completato e aperto al traffico il salto di montone a Colonno, importante percorso alternativo in caso di emergenza e di problemi derivanti dalla cascata delle Camogge».

Infine il sindaco di Griante Pietro Ortelli (Comune su cui ricade il portale nord della variante): «In questa fase il territorio ha gli strumenti per chiedere e ottenere in proprio le necessarie rassicurazioni di Anas, mi auguro all’insegna della massima trasparenza. Il documento approvato venerdì contiene impegni ben definiti. Concordo - e mi sembra di averlo fatto capire in queste settimane - che in caso di ulteriori tentennamenti la mobilitazione di piazza è l’unica strada percorribile, per rimanere in tema».

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