Venti studenti: «Noi vittime di bullismo». E il Monnet si mobilita dopo il sondaggio

Mariano Comense La scuola attiva un percorso con la Polizia, uno sportello d’ascolto e un indirizzo mail. Tra i 1.840 iscritti sono emersi soprattutto episodi online (“cyber”). Vademecum in dodici punti

Mariano

Un ciclo di incontri con la Polizia postale, un poster che riporta le dodici regole per navigare in rete in sicurezza e, ancora, un indirizzo e-mail e uno sportello di ascolto rivolto ai giovani. Queste sono le azioni messe in campo dall’istituto superiore “Jean Monnet” per prevenire e contrastare bullismo e cyberbullismo tra i suoi 1.840 studenti 20 dei quali si sono sentite vittime del fenomeno che esplode nelle piazze virtuali per poi ricadere su quelle reali, come emerso dal sondaggio promosso a marzo dalla dirigenza tra le aule di via Santa Caterina.

«Sentirsi sicuri e rispettati»

Proprio grazie alla serie di domande nate dall’impegno delle due professoresse referenti sul tema, Elisabetta Romano e Serena Santucci, si è scoperto che il 3 per cento tra chi ha risposto si è sentito vittima di bullismo e cyberbullismo visto che 15 episodi sono avvenuti on line, mentre 4 nei rapporti reali. Ancora, il 33 per cento degli intervistati dice di essere stato testimone di offese, minacce, ma anche esclusione e furti a danno delle vittime, avvenuti nei luoghi creati dalle piattaforme digitali, e poi a scuola o fuori dall’istituto dove diventa concreta la realtà virtuale, come accaduto l’anno scorso con la rissa che ha coinvolto decine di alunni di una quarta e una quinta.

Le informazioni così raccolte sono utilizzate per promuovere un ambiente scolastico dove ogni studente possa sentirsi sicuro e rispettato, tanto che un terzo degli iscritti ha risposto di apprezzare l’istituto. Un plesso che ha scelto di investire sulla comunicazione, non solo scrivendo un poster che riporta le dodici regole per navigare sicuri in rete per le classi prime, coinvolte anche in un ciclo di incontri sul tema promosso dalla Polizia Postale, ma anche distribuendo una brochure agli iscritti del biennio per spiegare come si manifesta il fenomeno, potendolo così riconoscere, affrontarlo e, soprattutto, prevenirlo. Infine è stato istituito un punto di riferimento fisico per tutti coloro che desiderano parlare con professionisti formati sul tema, senza il timore di essere giudicati: lo sportello d’ascolto attivo ormai da qualche anno a scuola a cui si affianca un canale sicuro e anonimo per denunciare episodi di bullismo o cyberbullismo, l’email sosbulli [email protected].

«La vera sfida è culturale»

«La vera sfida è di natura culturale e dovrebbe coinvolgere prima di tutto i genitori che spesso coprono i figli perché non percepiscono la valenza dei loro gesti – commenta Filippo Di Gregorio, il preside del Monnet -. I dati sono da interpretare perché se indubbiamente il numero di alunni vittima di bullismo è basso, dall’altra parte il 33 per cento di loro è stato testimone del fenomeno e questi due numeri sembrano in contraddizione. Purtroppo poi il fenomeno si presenta anche tra le ragazze. In questo senso invoco una collaborazione perché le famiglie siano attente per non perdere il controllo sui figli: il codice della sopraffazione è più facile da introiettare di quello del rispetto».

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