Villa Giovio, vuota da 35 anni è uno spreco. L’idea di Mantero: «La città chieda di averla in gestione»

Como Il caso dello storico edificio di Breccia torna alla ribalta. Il presidente di Orticolario: «Parco inutilizzato, che tristezza. Si studi un progetto per ottenere l’area in concessione»

Per il futuro della villa settecentesca situata a Breccia, Moritz Mantero, imprenditore della seta e patrono di Orticolario, sogna una comunione d’intenti tra Comune, Confindustria, ordini professionali e privati cittadini che rilanci l’immobile. «L’Inail non è riuscito a sfruttare l’edificio per il bene della comunità e allora ci pensi la città».

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«Un luogo di pace»

All’indomani del reportage pubblicato su queste pagine, che ha richiamato l’attenzione su Villa Giovio, realizzata dall’architetto Simone Cantoni (autore anche del progetto di Villa Olmo) nel 1790, e sui primi segni di degrado dell’immobile ristrutturato dall’Inail, che ne è proprietario, per l’ultima volta nel 2000, Mantero interviene sul tema. «La nostra comunità deve iniziare a convergere su progetti a lungo termine, che costruiscano un’idea di città per il futuro» è la sua provocazione.

Provocazione che abbraccia anche la residenza a tre piani, estesa su una superficie di oltre 90mila metri quadri, comprese le aree esterne e il parco circostante. Villa Giovio, acquistata dall’Inail nel 1954 e messa in vendita già tre volte negli anni più recenti (la prima nel 2019 con una base d’asta di 4,5 milioni di euro, una seconda nel 2021 con base d’asta di 4,2 milioni mantenuta anche con la vendita del 2022), era stata oggetto nel 2017 di un progetto della giunta del sindaco Mario Lucini. Si pensava di realizzare un hotel di lusso, integrando la zona di verde situata a nord nel parco della Spina Verde e trasformando la zona sud in un parco pubblico. Il progetto di sette anni fa però naufragò e, due anni dopo, la società di gestione del risparmio Invimit, che fa capo al ministero dell’Economia e si occupa di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso fondi di investimento, l’aveva messa all’asta.

«In una società che invecchia sempre più, credo che il progetto più realistico sarebbe quello di costruire una casa di riposo, un luogo di pace, grazie alla presenza del verde circostante. E poi è un vero peccato vedere il parco vuoto e inutilizzato, soprattutto ora che tante famiglie scappano dal centro storico, per via del caro affitti, e si spostano in aree periferiche come Breccia. Vedrei bene un parco pubblico, intorno alla villa, che venga però vissuto così da non diventare luogo di spaccio».

L’esempio di villa del Grumello

Ma la proposta di Mantero, più che nel merito della riqualificazione dell’area, entra nel metodo: imprescindibile per l’imprenditore una sinergia di forze cittadine per stilare un progetto che salvi la villa e il suo parco. Mantero pensa a una soluzione alternativa all’acquisto: «Mi viene in mente Villa del Grumello, si potrebbe prendere l’esempio da questa realtà cittadina e chiedere una concessione simile per Villa Giovio». La proprietà sulle rive del lago fu donata in effetti, nel 1954, all’ospedale Sant’Anna e trasformata in una casa di riposo dal 1970 e fino ai primi anni 2000, quando divenne inizialmente ufficio stile delle seterie Ratti e poi, nel 2006, fu data in concessione all’Associazione Villa del Grumello e poi restaurata. Anche per la residenza di Breccia Mantero sogna un destino così, «ma occorre che la città si muova - ribadisce - dalla classe dirigente pubblica a quella privata. Parliamone».

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