
Cronaca / Como città
Lunedì 14 Aprile 2025
Yacht Club, inchiesta sull’uso della sede. Finanza in Comune per acquisire gli atti
Il caso Esposto su presunte irregolarità gestionali legate alla vendita della benzina ai taxi boat. Al vaglio il rispetto della concessione dell’immobile comunale alla luce dell’attività commerciale
Lo Yacht Club ha rispettato le condizioni per l’utilizzo della sede concessa dal Comune? È uno dei temi sui quali sta lavorando la Guardia di finanza di Como, che ha aperto un fascicolo d’indagine per verificare quanto contenuto in un esposto inviato nei mesi scorsi alle fiamme gialle.
I finanzieri si sono presentati, nelle settimane passate, negli uffici di Palazzo Cernezzi e hanno acquisito gli atti della concessione allo Yacht Club, da parte dell’amministrazione, della prestigiosa sede di viale Puecher.
La storia della sede
Dalla sua nascita, l’associazione sportiva è ospite nell’immobile comunale a ridosso del lago e occupa pure parte dell’area demaniale di fronte, per far spazio al porto per i propri soci. Il canone annuo dell’utilizzo della sede si aggira attorno ai 34mila euro (almeno così si evince dall’ultimo bilancio approvato dall’associazione), cifra alla quale si deve aggiungere una somma analoga per il pagamento dell’occupazione al demanio. Parliamo di somme evidentemente calmierate, visto che la concessione viene data a quelle realtà sportive che garantiscono un ritorno sociale alla città. E, nella fattispecie, le due sedi razionaliste della Canottieri e dello Yacht Club sono date in concessione dal Comune non già per creare un luogo esclusivo per ricchi titolari di barca, ma per l’attività sportiva che dentro quelle sedi viene offerta.
Com’è noto, soprattutto ai nostri lettori, da un paio di anni a questa parte lo studio dei bilanci dello Yacht Club ha portato alla luce ricavi milionari legati però esclusivamente a quella che, a tutti gli effetti, appare un’attività commerciale che nulla ha a che vedere con quella istituzionale: la vendita di carburante alle imbarcazioni. Vendita che è schizzata alle stelle da quando hanno iniziato a moltiplicarsi i taxi boat grazie al boom dei turisti. Il bilancio dello scorso anno aveva visto i ricavi sul fronte carburanti passare da 930mila euro l’anno (tra fatture per privati e per enti pubblici) a oltre 1,4 milioni di euro del 2023. La voce veramente istituzionale, ovvero le attività sportive motonautica e vela - che ora si stanno cercando di rilanciare - ricopriva appena l’1% delle spese dell’associazione.
La nuova società
Proprio questo squilibrio sui conti con il boom di voci commerciali, che nulla hanno a che vedere con l’attività di un’associazione sportiva dilettantistica e che ha spinto il presidente (per pochi mesi) Silvio Santambrogio prima e il commissario Niki D’Angelo poi a inoltrare una segnalazione all’Agenzia delle entrate, ha portato anche la Guardi di finanza a indagare.
Sabato scorso, peraltro, l’assemblea dei soci dello Yacht Club ha approvato la costituzione di una srl con socio unico la stessa associazione sportiva a cui affidare tutta la gestione degli introiti commerciali. Il presidente Gioacchino Favara ha spiegato ai soci che la costituzione si è resa necessaria per non rischiare di perdere la concessione della sede da parte del Comune. Concessione su cui ora indaga la Guardia di finanza.
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