Le Olimpiadi di Ali: «Sono deluso ma non abbattuto»

Intervista «Smaltita un po’ di quella amarezza per aver mancato la finale posso dire che le Olimpiadi di Parigi sono state una tappa importante»

«La corsa è appena iniziata». Con queste parole, di speranza e rivolte al futuro, si conclude il messaggio sui social di Chituru Ali, sull’esperienza alle Olimpiadi di Parigi. È il primo “intervento” del velocista di Albate, dopo la semifinale dei 100 metri di domenica sera.

Il comasco aveva chiuso i “social” e i contatti con i media, da oltre un mese, per non essere distratto nella preparazione all’evento più importante della sua giovane carriera.

« Il sogno di una vita intera dura poco meno di dieci secondi - le prime “parole” di Ali -. Ci si prepara per molto tempo. Poi arrivi a quel momento. Funziona così con i 100 metri». La gara regina delle Olimpiadi è anche la più corta e spesso la differenza la fanno i centesimi. In alcuni casi addirittura i millesimi. «Ed è anche il bello di questa disciplina spietata e ambita -prosegue il velocista delle Fiamme Gialle -. Certo, mi aspettavo di più e sono rimasto deluso. Ma non sono per niente abbattuto». Il comasco è molto realista e non si nasconde dietro le frasi di circostanza: voleva essere tra i protagonisti e non c’è riuscito, sino in fondo.

Però è anche consapevole che la sua partecipazione non è stata del tutto negativa. Era indispensabile “assaggiare” la gara più importante al mondo, “in diretta”, sul campo e non in tribuna o davanti ad un teleschermo. Ali è un atleta intelligente e mette l’esperienza vissuta nel suo bagaglio e guarda avanti, ad una carriera che è ancora in gran parte da scrivere.

«Smaltita un po’ di quella amarezza per aver mancato la finale posso dire che le Olimpiadi di Parigi sono state una tappa importante, un punto di partenza fondamentale in cui ho imparato tantissimo», il pensiero del comasco. Adesso è arrivato il momento di guardare avanti, al futuro, immediato e anche più lontano, senza dimenticare il passato, con tutti i suoi problemi.

« se ripenso a dove ero qualche mese fa -ha scritto sui social -. Ora ho quattro anni per lavorare meglio, per capire dove migliorarmi. Per arrivare a Los Angeles con più certezze, ma con le stesse emozioni».

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