Olimpiade da mamma: «Ho messo la quarta»

La marciatrice Giorgi: «Più dura di altre, per questo sono felice come la prima volta»

Londra 2012, Rio 2016, Tokyo 2021 e adesso Parigi 2024. Il sogno della quarta Olimpiade si è avverato per Eleonora Giorgi. La cabiatese (34 anni) è riuscita a centrare sabato scorso a Podebrady il minimo per essere chiamata nella Nazionale azzurra per i giochi nella capitale francese. Un altro passo nella storia della marcia e dell’atletica leggera italiana. Con il quarto sigillo aggancia un altro marciatore, Marco De Luca. Hanno fatto meglio, con cinque Olimpiadi, soltanto Pietro Mennea, Fabrizio Donato, Fiona May (due da britannica) e altri due marciatori Abdon Pamich e Giovanni De Benedictis. May a parte la cabiatese diventa l’italiana con più presenze.

Felice?

E’ una gioia immensa, paragonabile alla “prima volta”.Non era semplice fare il minimo anche perché arrivavo da un periodo contrassegnato da diversi problemi fisici.

Nessun infortunio però ma solo gli imprevisti che possono capitare in una famiglia con un bambino piccolo.

Leone (è il figlio nato a novembre 2022, nda) ha iniziato a frequentare il nido ed è stato un susseguirsi per tutto l’inverno, di raffreddori, influenze e tutto il possibile campionario di virus e batteri. E, come conseguenza, siamo stati contagiati anche io e mio marito (è il marciatore azzurro Matteo Giupponi, nda). Tra placche in gola ed altri problemi, ho dovuto interrompere più volte la preparazione. Così non sono riuscita a gareggiare sino all’altro giorno.

Sei arrivata a Podebrady a fari spenti ma poi in gara sei stata eccezionale.

L’idea era di stare sul tempo di 4’28” al chilometro. Invece fino al quindicesimo, abbiamo fatto molti mille a 4’23”-4’24”. Ho preferito restare col gruppo di testa, anche a costo di rischiare di saltare e di dover rinviare la qualificazione ad Antalya tra due settimane (sede della Coppa del Mondo di marcia, nda). E ho fatto bene, perché se fossi rimasta da sola, non avrei fatto il crono di 1h28’47” che mi porterà a Parigi.

Sarà la prima Olimpiade da mamma e anche questa è una novità.

Sicuramente sto vivendo una situazione diversa rispetto alle precedenti. Anche nella gestione della giornata e degli allenamenti. Basti pensare che ultimamente Leone ha preso l’abitudine di svegliarsi alle 5.30 del mattino e non ne vuole sapere di dormire ancora. Quindi le giornate di me e di Matteo sono lunghissime e dense di impegni. Arriviamo alla sera stanchissimi ma con la soddisfazione di avere fatto tutto.

A Parigi la cabiatese avrà un tifoso in più, il figlio ma anche uno in meno, nonno Mimmo.

Se n’è andato a febbraio . Per seguire le mie gare, si svegliava anche di notte e poi leggeva e raccoglieva tutti gli articoli che parlano di me, anche i più piccoli. Era il mio primo tifoso e mi sarebbe piaciuto vederlo anche alla mia quarta Olimpiade. Purtroppo non sarà così, ma la qualificazione è stato il miglior modo per ricordarlo.
L. Spo.

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