Basket: «Facciamo squadra
In campo e nella vita»

Non si gioca, ma ci si allena e l’Acqua San Bernardo Cinelandia Cantù sta rimodulando la preparazione . Pancotto: «Al primo punto ci devono essere il rispetto per l’uomo e la responsabilità in tutte le nostre azioni»

La Pallacanestro Cantù riprogramma il calendario degli appuntamenti e “alleggerisce”, evitando le doppie sedute, il programma degli allenamenti. Non ci sono partite in vista, i carichi di lavoro quindi stanno cambiando: anche a voler fissare un obiettivo, parliamo del 5 aprile, quando sarebbe (condizionale d’obbligo) in programma il derby Varese-Cantù.

Del resto, si sta vivendo un po’ alla giornata, ma comunque nel pieno rispetto delle indicazioni sull’attività sportiva per i professionisti. L’ultimo Dpcm non è infatti andato a toccare la quotidianità in palestra dei cestisti professionisti, garantendo la possibilità di svolgere allenamenti, sia pure a porte chiuse e con i protocolli medici già adottati nel decreto del 4 marzo.

Al lavoro fino a sabato

La San Bernardo-Cinelandia si allenerà fino a sabato, con una seduta al giorno – ieri era in programma il doppio, si è optato per una sola seduta, ma un po’ più lunga -, con il gruppo compatto. Da tante altre realtà del basket italiano, arrivano notizie di americani in fuga, per timore di non poter rientrare negli Stati Uniti: Pesaro ha già ufficializzato la partenza di Troy Williams, a breve toccherà a Zach Thomas e probabilmente James White, il neovaresino Toney Douglas è tornato a Londra per raggiungere la compagna incinta, ma ha garantito che tornerà. Una situazione che, invece, a Cantù vede da questo punto di vista la situazione sotto controllo.

«Si va avanti normalmente, per quanto può essere normale una situazione senza partite almeno fino al 5 aprile – commenta coach Cesare Pancotto -: la nostra idea è rimodulare tutto con le apposite precauzioni previste per chi sfrutta professionalmente palestre e sale attrezzi. Al primo punto della nostra vita sportiva e non sportiva, ci devono essere rispetto per l’uomo e la responsabilità in tutte le nostre azioni: siamo un gruppo di venticinque persone che lavorano fianco a fianco, le cautele sono necessarie».

«Situazioni poco prevedibili»

Si lavora alla giornata, con programmi che cambiano, campionati che vengono sospesi e precauzioni da prendere sempre più stringenti: «Mi sto confrontando anche con colleghi di altre realtà, ci stiamo dando forza e suggerimenti l’un l’altro. Qualcuno ha a che fare con americani in fuga. Per ora, questo problema non ci riguarda: non ho avuto alcun riscontro in questo senso da parte dei nostri atleti statunitensi. Però, come dire, sono situazioni poco prevedibili al momento».

Così come si andrà a concludere la stagione. C’è l’idea di comprimere i playoff, per esempio: «Cosa succederà non possiamo dirlo in questo momento, qualcosa per concludere la stagione bisognerà pur pensare. Con questo quadro che muta di giorno in giorno, è impossibile fare previsioni. Dico solo che il basket è uno sport di squadra: facciamo squadra nel lavoro e nella vita sociale, solo così potremo aiutarci a uscire fuori da questa situazione, seguendo tutte le regole con grande senso di responsabilità».

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