Cantù e la sindrome da 3° quarto
È un’autentica zona d’ombra

Quella di subire pesanti passivi nel corso della terza frazione di costante è ormai purtroppo diventata una costante

Dei nove terzi quarti giocati, l’Acqua San Bernardo è riuscita ad aggiudicarsene soltanto un paio: quelli contro Trento (16-15) e contro Brindisi (23-20). E in entrambe le occasioni sono maturate altrettante vittorie.

Il terzo successo conseguito in stagione dai canturini è quello strabordante (+24) di Cremona, eppure nonostante un gap così tanto ampio, in quell’occasione i biancoverdi accusarono nell’intertempo “incriminato” un parziale negativo di 9-14.

Partendo dalla prima giornata, e già accennato al match in Puglia con l’Happy Casa, ecco i responsi del quarto numero 3 nelle successive partite: Cantù-Reggio Emilia 21-29, Venezia-Cantù 20-7, Cantù-Trento 16-15, Cantù-Sassari 13-23, Cremona-Cantù 14-9, Cantù-Roma 13-24, Pistoia-Cantù 26-13. Cantù-Fortitudo 10-20.

Come si può notare - al netto di un conto complessivo, peraltro fine a se stesso, che attesta di 125 punti realizzati e di 191 subìti nei minuti che vanno dal 21’ al 30’ (13.9 di media segnati contro i 21.2 incassati) - nelle ultime tre gare disputate le avversarie hanno praticamente quasi sempre doppiato l’Acqua San Bernardo.

Come se, al rientro dagli spogliatoi dopo l’intervallo lungo di metà gara, i giocatori di coach Pancotto fossero colti da un improvviso torpore che ne annebbia la mente e intossica i muscoli.

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