La Briantea ammaina una bandiera: Santorelli si ferma qui

Il giocatore lascia la squadra dopo aver vinto 23 trofei in 11 anni in campo

Colpo di scena in casa Unipol Briantea84, dopo 14 stagioni Francesco Santorelli lascia i biancoblù. Lo storico numero dieci non farà dunque parte del gruppo di senatori che in queste ore ha visto Adolfo Berdùn rinnovare per altre tre stagioni.

Un addio che porta la Briantea84 a tutelarsi sul mercato, mettendo sotto contratto Matteo Veloce, ala siciliana classe 2001 che era svincolato dopo l’ultima esperienza nel Santo Stefano. Santorelli saluta dopo aver vinto 23 trofei in Brianza: otto scudetti, otto Coppe Italia, sei Supercoppe Italiane e una Vergauwen Cup nel 2013.

«Provo un profondo senso di gratitudine – le parole di Santorelli -. Quando Alfredo Marson mi chiamò, non avevo idea di quanto questa esperienza avrebbe cambiato la mia vita. Mi ha permesso di crescere non solo come professionista, ma anche come persona. I successi che abbiamo raggiunto insieme sono stati il frutto di un lavoro di squadra incredibile. Ogni trofeo conquistato è il risultato del sacrificio, della dedizione e della passione di tutti noi. Alla fine di questo percorso, porto con me la consapevolezza di aver dato tutto, di aver vissuto un capitolo della mia vita che mi ha arricchito in modi che non avrei mai immaginato. Briantea84 sarà sempre parte di me, una famiglia che ha segnato la mia vita per sempre».

Santorelli entra di diritto nella lista dei grandi che hanno indossato la gloriosa casacca biancoblù

«Ci sono tanti ricordi che mi porto nel cuore, ma alcuni restano indelebili – rilancia -. Il primo trofeo vinto è stato senza dubbio un momento speciale, una sensazione indescrivibile che mi ha fatto capire il valore del lavoro di squadra. Un altro ricordo che porterò dentro è la finale scudetto del 2014 con il canestro della vittoria allo scadere della sirena».

«Ricordo con affetto le tante ore passate in palestra - la chiosa di Francesco - , i sacrifici fatti insieme ai compagni e al team, le sconfitte che ci hanno reso più forti e le vittorie che ci hanno uniti ancora di più».

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