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( foto Butti)
Intervista con il capitano dell’Acqua S.Bernardo Cantù: «Non dobbiamo però perdere solidità in difesa»
Bilancio di fine andata, tra mercato, una Final Four di Coppa Italia (ri)conquistata e possibili sorprese nel girone di ritorno.
C’è un bel po’ di passato recente, molto presente e una vagonata di futuro nelle parole di Filippo Baldi Rossi. Al termine del girone di andata e un ritorno che comincerà domenica con l’impegno in casa contro Orzinuovi il capitano della Pallacanestro Cantù ha fatto il punto della situazione.
Nessuno in questo campionato ha fregato o regalato punti. Quindi sì, siamo dove dobbiamo essere per quanto abbiamo dimostrato fino a questo punto. Alla ripartenza, siamo un centimetro dietro Udine e Rimini e c’è un altro girone lungo da affrontare: siamo in corsa per il nostro obiettivo.
La sconfitta con Udine non mi è andata giù. Era uno scontro diretto in casa, sotto le feste ed è sempre una partita sentita contro una squadra che ha le stesse nostre ambizioni, come dimostra anche il mercato che stanno facendo. Abbiamo provato in vari modi a riaprirla, ma non veniva fuori mai nulla di buono.
La sfida a Pesaro non è un rimpianto, ma la cronaca di una giornataccia. Abbiamo sbagliato tutto, non abbiamo mai avuto la partita in mano. Ma la società è intervenuta e ci è stata vicina.
Sinceramente non ne ricordo tante, come detto all’inizio nessuno ha regalato niente. Forse a Piacenza, che resta un campo non semplice, non è stata una gran bella partita, ma siamo stati bravi a tenere alta la concentrazione. La vittoria a Verona l’ho vista dal divano, infortunato: quel recupero mi ha elettrizzato.
Io dico che possiamo migliorare in attacco, a patto di essere sempre così solidi in difesa. In questo siamo i migliori del campionato, questo dicono i dati e questo è già una grande garanzia.
Confermo. Il livello si è alzato molto, squadre “materasso” proprio non ne ho viste. Anche le ultime perdono di poco con le grandi. Gli anni scorsi si poteva pensare che qualcuno fosse un po’ inferiore sulla carta, ma quest’anno assolutamente no.
Sappiamo che il nostro punto di forza resta Desio: arriveranno Rimini, Cividale, Verona. Fuori ce la vedremo con Bologna, Udine, Brindisi, Urania. Insomma, è dura in casa e fuori. Ma siamo sempre più concentrati e convinti.
Ma abbiamo dalla nostra parte un club che ha costruito un roster lungo. Questa profondità ci ha dato la forza e risorse anche nelle solite sfighe in cui ci capita di incappare. Ci siamo adattati a situazioni a cui non eravamo pronti, allenandoci anche su situazioni molto diverse, com’è successo domenica contro Nardò: ho giocato da “3”, con poca verve magari in attacco, ma sacrificandomi in difesa. Siamo sempre focalizzati sull’obiettivo, come raggiungerlo ci interessa poco.
Credo di sì, ci sono due giocatori veri per ruolo. E non parlo di prima o seconda linea, perché qua sono tutti forti. Le gerarchie ci sono, ma nel sistema di gioco: tutti sono contenti e coinvolti nel progetto tecnico.
In estate è stata tracciata una linea, con un nuovo progetto affidato a un nuovo allenatore. Cantù sa dove vuole arrivare nell’immediato, ma con Okeke secondo me vuole anche guardare oltre.
Se da quattro anni Cantù arriva alle finali, significa che sta disputando sempre campionati di livello. Non andremo in gita: è un trofeo che va rispettato e che sarebbe ora di portare in sede in via Como…
Udine mi ha fatto un’ottima impressione. A loro non tolgo un solo merito per la vittoria a Desio, ma noi non eravamo i soliti.
La Fortitudo cresce ma è sempre in difficoltà a livello di uomini: con tre mesi di Caja possono prendere solidità anche fuori casa. Pesaro e Brindisi, con quei roster, possono essere competitive se scatta la scintilla.
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