Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Domenica 23 Giugno 2024
«Brienza? Averlo qui una coincidenza da cogliere al volo»
Santoro, gm di Cantù: «Avremo una squadra con trazione diversa. Spero presto ci siano novità»
C’è ancora domani. Eccome. Soprattutto per chi crede nella Pallacanestro Cantù e per chi si è già messo al lavoro, alle spalle l’ennesima delusione della manca promozione in A. È il caso del general manager Sandro Santoro.
Ha appena firmato il rinnovo di contratto, cambiato ruolo in società diventando plenipotenziario dell’area tecnica e siglato il primo accordo ufficiale della nuova stagione, quello con Nicola Brienza, il tecnico tornato ad allenare in Brianza dopo i successi ottenuti a Pistoia.
Pieni poteri a Santoro perché Cantù ha bisogno dell’uomo forte?
Cantù è già forte e lo testimoniano i programmi, le ambizioni e il modo con cui si è arrivati ad aprire il cantiere della nuova arena. L’idea è quella di avere una governance che può migliorare le potenzialità esistenti attraverso una ripartizione di compiti e responsabilità che, al tempo stesso, snelliscono procedure e processi decisionali. Questo è un modo per essere più efficaci verso gli obiettivi da raggiungere, ma tutto deve essere confermato dai fatti.
Gli esami, dunque, non finiscono mai.
Al netto di questa premessa sono davvero felice e orgoglioso di aver ricevuto questo incarico di grande prestigio, ringrazio tutto il nuovo consiglio di amministrazione e il presidente Roberto Allievi per aver riposto fiducia in me e consapevole della grande responsabilità che ne deriva. Chi dà o chi accetta e si assume le responsabilità, crea un clima fiducia, connessione emotiva e senso di affidabilità. Tutte componenti essenziali nella vita di cui lo sport fa parte. A me dimostrare che la scelta è giusta.
Cosa si lascia alle spalle della stagione appena conclusa?
Molte più cose positive di ciò che ha detto il risultato finale. Meritavamo di più, ma non siamo riusciti a conquistarlo perché, se produci tanti sforzi in una stagione complicata come quella appena conclusa e ti rimetti in gioco conquistando la finale playoff con il fattore campo a favore, significa che c’è stata tanta qualità in tutti i protagonisti ma i dettagli hanno avuto un peso maggiore rispetto alle tante cose positive che si sono prodotte. Questo nello sport accade e da qui si deve ripartire, ma, oltre agli aspetti tecnici e di risultato, restano le relazioni da cui si impara sempre qualcosa di importante.
Cosa si poteva fare di diverso?
Nel pensare di fare qualcosa di diverso bisogna considerare che ogni cosa che accade è condizionata da fattori che, probabilmente, non ti consentono di fare altro. Quindi ci si mette lì, si lavora e si cerca di ottenere il massimo ugualmente e tutti abbiamo ragionato in questo modo senza lesinare alcuno sforzo.
Fino a quando ci ha sperato?
Fino a quattro minuti e mezzo dalla fine di gara quattro a Trieste. Dal quel momento in poi ha prevalso la logica di ciò che è accaduto e con il merito di chi ha vinto.
Fallimento di tecnico e staff così da dover azzerare tutto?
Non si deve ragionare mai in termini individuali, ma di contesto. Oggi cambiano gli assetti societari, cambiano le procedure e le modalità operative che sono indirizzate a cosa si deve fare, ma non mettono in dubbio le capacità chi lo abbia fatto fin qui. A un contesto diverso seguono cambiamenti successivi, con decisioni da prendere che devono dare la certezza di dare incarichi in presenza delle migliori condizioni possibili. È ora di pensare che tutto quello che si fa o si decide sia a favore di qualcosa e non per punire qualcuno. Le decisioni che ho preso hanno esclusivamente questa origine.
Rispetto all’estate scorsa, pare di vivere un’altra stagione...
Il clima è questo. La capacità che si vive a Cantù è che c’è sempre la forza di rialzarsi e ripartire. Lo dicono i fatti e la storia di Pallacanestro Cantù.
Brienza perché?
Ha dimostrato di avere grande qualità e capacità professionali. Ne è conferma il riconoscimento di miglior allenatore dell’anno Lba e perché le sue origini canturine ci consentiranno di abbreviare i tempi di tutto quello che abbiamo da fare. Dico anche che averlo qui rappresenta una coincidenza straordinaria che andava colta perché, a mia memoria, non ricordo se ci sono altre occasioni di allenatori che hanno quel massimo riconoscimento e tornano ad allenare in A2. Nicola poteva andare all’estero o mettersi alla finestra, aspettare e sarebbe stato tra i primi a rientrare, ma se ha fatto questa scelta, lo ha fatto professionalmente e convinto da un progetto che va oltre i legami con la sua città natale che agevolano tutto il resto dei percorsi che avremo davanti.
Un budget importante, oltre a fare vincere, può anche essere un segnale per le rivali?
I casi di chi ottiene risultati sono sempre legati al valore degli investimenti. Le novità giunte in società consentiranno un aumento importante del budget che potenzia quello considerevole che abbiamo avuto in questi anni e ci consentirà di muoverci sul mercato con grande efficacia. Le rivali non staranno a guardare, me ne accorgo tutti i giorni.
Che pressione si sente addosso?
Quella che c’è in chiunque faccia un mestiere a cui sono connesse responsabilità, altrimenti si fa altro. Parto però da alcuni segnali di fiducia importanti che provengono dall’intero cda, dal rapporto personale che ho instaurato con tutti loro e dal supporto che non mi mancherà mai del presidente Allievi, una figura paterna che non si trova tutti i giorni e che emoziona solo ad osservarlo. Poi la stima che proviene dagli Eagles e la mia ammirazione verso di loro sono cose preziose che danno forza, coraggio e onore. Li ringrazio per come ci hanno sostenuto e per l’attestato di stima che mi hanno rivolto quando è trapelata la notizia del mio rinnovo. Fin qui parliamo di affetti reciproci, poi si deve lottare per ottenere un risultato e li conterà, come è giusto che sia, la professione che dovrà essere giudicata.
Che tipo di squadra vedremo?
Una squadra con una trazione diversa. Cercheremo di incastrare i nuovi giocatori con quelli sotto contratto per colmare quei dettagli che sono mancati nella stagione appena conclusa. Ci saranno novità spero molto presto.
Quanto conterà ripartire da una sola voce, cioè dai seimila e rotti di Desio?
Conterà come non si può immaginare. È stato uno spettacolo senza precedenti per la serie A2 ed è ciò che può rafforzare quel processo di miglioramento della squadra che andremo a costruire che sarà con dieci giocatori da ruotare, aumentandone il livello di personalità oltre alle caratteristiche tecniche.
È più la tifoseria a dover mandare un segnale alla società o viceversa?
La tifoseria i suoi segnali li ha già mandati, adesso toccherà a noi ricambiare con lo stesso impatto.
Girone unico, la grande novità. Quali le insidie?
Sarà un campionato tra i più avvincenti degli ultimi dieci anni con tanti contendenti per la promozione diretta e a cui come sempre si aggiungerà qualche outsider, ma dobbiamo contrastare le insidie attraverso la cura di quei dettagli che fanno la differenza.
Tardi o presto per fare il mercato che hai in testa?
Il mercato è già partito. Presto le prime novità.
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