
( foto Walter Gorini)
Il coach di Cantù presenta la partita di domani dell’Acqua S.Bernardo in casa contro i marchigiani. «All’andata la nostra peggior prestazione in assoluto»
BASKET
«Siamo pronti. Da parte mia e della squadra c’è la voglia di cancellare quel neo evidente che c’è stato nella nostra regular season». Cantù, domani contro Pesaro, vuole “vendicare” il - 23 (90-67) rimediato nelle Marche, la sconfitta stagionale più pesante per la squadra di Nicola Brienza («Abbiamo in testa quell’unica occasione in cui siamo veramente stati poco presenti in campo»).
Non è ovviamente solo una questione di orgoglio. C’è un terzo posto da difendere e una tenuta di squadra da modulare in vista dei playoff: «Al netto dell’ultima sconfitta a Cremona - ha detto il tecnico canturino – Pesaro sta disputando un buon campionato, è forte e in salute. Hanno pagato un inizio non semplice ma, una volta trovato il giusto equilibrio, hanno avuto un buon percorso. È chiaro che a tre giornate dal termine, con le posizioni ancora da definire, ogni partita diventa importante».
Si sta quasi per esaudire il sogno di Brienza di avere il roster al completo. Quasi, perché c’è sempre qualche acciacco di mezzo: «Stiamo abbastanza bene, nel senso McGee ha avuto l’inizio settimana qualche problema, nulla di grave. Gli altri stanno meglio: De Nicolao ha fatto una settimana piena senza problemi ed è riuscito a mettere un po’ di chilometri nelle gambe. Queste partite gli serviranno per riprendere il ritmo. Bene anche Hogue: siamo in un processo di miglioramento della condizione fisica generale».
Tra le indicazioni positive post Torino, si è rivisto un Basile su buoni livelli: «Sono contento dello step in avanti che ha fatto, dopo qualche up an down. Penso che sia sulla strada buona e il rientro di De Nicolao, il giocatore che meglio può creare vantaggi per i nostri lunghi, sia di buon auspicio».
Così come sarà necessario che la squadra controlli meglio il ritmo partita. Brienza conferma: «Inizialmente abbiamo avuto difficoltà in attacco, poi ci siamo un po’ stabilizzati. Quando abbiamo fatto quel break nel terzo quarto, a 15’ dal termine, non è detto che poi si potesse vincere. Certamente capire il momento in cui gestire meglio certe situazioni agevolerebbe. Anche nel finale, a un minuto e mezzo dal termine, abbiamo avuto le palle buone per pareggiare. Poi, frustrati, ci siamo lanciati all’assalto. Più attenzione può essere funzionale».
Brienza ha comunque una certezza: «La squadra si è ritrovata con Cividale, lo step in avanti c’è stato. Il rientro di De Nicolao potrebbe essere importante considerando la sua esperienza e l’abitudine a giocare certe partite. E a lungo non abbiamo giocato con il McGee che si vede adesso».
Cantù-Pesaro è anche una sfida tra due piazze, spesso accumunate da qualche insoddisfazione: «È difficile risalire al primo colpo. Cantù, Udine, Fortitudo, la stessa Rimini sono anni che ci provano. Ci vogliono unità di intenti e un po’ di fortuna. Se una squadra riesce a trasmettere la volontà di provarci, questo non implica che debba vincere sempre. È lo sport. Ci riempiamo spesso la bocca di cultura sportiva, ma quando siamo i primi interessati, ce la dimentichiamo».
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