Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Venerdì 31 Gennaio 2025
Brienza: «Siamo in difficoltà, abbiamo bisogno di tutti»
Intervista È un appello: è il momento di starci vicino. Che la gente se la prenda pure con me, ma stiamo vicini ai giocatori
«Ora abbiamo bisogno di tutti perché siamo in difficoltà. È un appello: è il momento di starci vicino. Che la gente se la prenda pure con me, ma stiamo vicini ai giocatori: domenica avremo bisogno di un palazzo che ci spinga per voltare pagina dopo questi dieci giorni difficili».
Cominciare dalla fine, dall’appello conclusivo di coach Nicola Brienza aiuta a capire le motivazioni di una sconfitta, o meglio di tre sconfitte consecutive, il momento più difficile di Cantù della stagione. E, probabilmente, degli ultimi quattro anni di A2. E se Cantù non ce la fa, che il pubblico aiuti a dare una spinta.
E dire che Cantù, a Bologna, aveva anche fatti intravvedere segnali importanti, tutti però troppo confinati nella prima parte della partita: «Ho visto un approccio molto solido nel primo tempo. Dopo l’intervallo, quando la Fortitudo ha alzato il livello dell’agonismo, noi abbiamo fatto due passi in dietro, arretrando praticamente di un metro e mezzo il nostro raggio d’azione».
Ed è proprio questo il “focus”, ossia l’intensità messa in campo nella seconda versione di Cantù. Quella che – ed era già successo contro Rieti e Urania – è sembrata un’altra squadra rispetto alla versione del primo tempo: «Abbiamo avuto una buona idea di base su come attaccare Bologna, con un’eccellente difesa. Poi, ci sono stati due passi indietro, non tanto in termini di gioco, ma di intensità fisica. Loro cresciuti quando ci amo bloccati in attacco e, come succede ultimamente, ne va a risentire anche la difesa. E così prendiamo parziali importanti e dobbiamo commentare l’ennesimo break avversario subìto nel terzo quarto: dobbiamo capire cosa fare per essere pronti quando gli avversari alzano il livello per pareggiare l’agonismo».
E, come ammette lo stesso tecnico, non è più un episodio: «Dobbiamo approfondire il momento. Ne abbiamo parlato, forse le valutazioni post Urania non sono state corrette. E se si spegne la luce, c’è un problema». Di testa o di gambe? «Io penso più di testa. Ci siamo detti e ridetti di avere un approccio più incisivo nel terzo quarto, la verità è che non ce l’abbiamo mai fatta. Il serbatoio è esaurito? Non lo so, e non è ovviamente una critica al preparatore, ma ci metto anche questo aspetto nel calderone. La squadra ci tiene e ha grande voglia, non si viene a Bologna a giocare con queta intensità. Il problema è che non teniamo botta per 40 minuti».
E ora? «Andiamo avanti con attenzione e voglia, perché domenica ci attende una partita difficilissima contro Forlì e chiedo l’aiuto del mostro pubblico. McGee? Ci serve come l’aria. Si è preso anche delle responsabilità eccessive, ma con lo spirito di aiutare la quadra. È fondamentale averlo ritrovato».
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