Cagnardi ci tiene: «Abbiamo voglia di confermarci»

Domani per Cantù un’ininfluente gara casalinga contro Udine nell’ultimo turno di “orologio”. Ma il coach: «Pronti a fare la nostra miglior partita»

«Calcoli? Non ne faremo: vogliamo fare la migliore partita confermando quell’equilibrio che siamo riusciti a mettere in campo nelle ultime». Del resto, calcoli numerici Cantù non ne deve fare, blindata nel suo secondo posto nel girone Verde.

Sono altri calcoli a cui allude coach Cagnardi, prima della sfida con Udine di domani alle 18, che chiuderà la fase a orologio, prima dell’inizio dei playoff: «È l’ultima in casa, abbiamo voglia di confermarci ed è una partita contro una squadra che potremmo rivedere presto ai playoff. Non sarà nemmeno una partita in cui far riposare qualcuno per far giocare altri. Dobbiamo essere tutti pronti a fare la nostra miglior partita: fare calcoli sui minutaggi non mi sembrerebbe il modo migliore per affrontare questa gara».

Che squadra attendersi? Udine ha grossi problemi di roster: «È una squadra ben costruita e che punta in alto, non sappiamo bene con che roster si presenterà perché nelle ultime gare ha avuto le defezioni di Caroti e Clark. Ma resta una squadra profonda, che può sopperire alle singole mancanze. Per quanto ci riguarda, la partita di Piacenza ha segnato una strada, per come è stata interpretata: una strada che abbiamo ripreso anche a Forlì, sfida che ci ha dato indicazioni, dal punto di vista fisico e nervoso, dell’attenzione e della concentrazione. Non vedo perché non si debba continuare così».

Conta? Certo che conta per Cagnardi: «Non avrà valore per la classifica, ma ha valenza per altri aspetti e vogliamo proseguire su quello che è stato fatto nelle ultime sfide. Poi ci saranno i playoff, a cui vogliamo arrivare preparati. A livello di allenamento cambia molto, non c’è la settimana per preparare la gara. La tipicità dei playoff impone cambiamenti dal punto di vista dei carichi e delle soluzioni da proporre».

«Useremo le ultime due settimane per farci trovare al meglio da questo punto di vista - aggiunge -, mentre dal punto di vista tattico bisogna essere molto molto duttili, leggendo la situazione e sfruttando al meglio sia le proprie caratteristiche, sia eventualmente le difficoltà dell’avversario».

È corretto dire che a Forlì sia scattato qualcosa a livello di condizione mentale? «Questa squadra ha già dimostrato durante la stagione il suo valore. È una squadra che per mille motivi, e anche per tante colpe, ha avuto degli alti e dei bassi. Abbiamo perso nove partite, ma questo è un campionato probabilmente sottovalutato da tanti: ad oggi ci sono solo due squadre in tutta la A2 che hanno perso meno partite di noi e sono le due capolista, Trapani e Forlì. Significa anche che è stata una stagione che siamo riusciti a non farci scappare di mano durante i momenti di difficoltà. A Forlì non c’è stata svolta, ma è stata una partita in cui abbiamo messo in campo tutti insieme le nostre qualità».

Forse, è arrivata davvero la maturità che da più parti si chiedeva: «Dal punto di vista emotivo e nervoso c’è stato a Forlì qualcosa di diverso che ha richiamato altre gare ben vinte durante la stagione. Ed è arrivato in un momento particolare, alle porte dei playoff. Sono quindi convinto che tutti abbiano in questo momento capito che il mood deve essere questo e sono convinto che continueremo su questa strada».

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