Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Mercoledì 21 Agosto 2024
«Cantù, altro clima. Squadra ben fatta e americani giusti»
Intervista con Lorenzo Longhi, consigliere di amministrazione biancoblù
Lorenzo Longhi è una delle novità della Pallacanestro Cantù 5.0. Nel senso che, dopo la creazione di Cantù Sports Holding - della quale è amministratore unico - e la ristrutturazione del club, è entrato anche nel consiglio di amministrazione presieduto da Roberto Allievi.
Comasco, commercialista, sportivo e panathleta, presenza fissa nel direttivo della Como Nuoto di Mario Bulgheroni ed ex cestista, Longhi ha iniziato la sua avventura in biancoblù tra quegli inguaribili ottimisti di Cantù Next. Ora è tra gli interlocutori privilegiati di general manager (Sandro Santoro) e allenatore (Nicola Brienza).
Longhi, ora che la stagione è ripresa la squadra le piace?
Assolutamente sì, così come infonde grande fiducia. Sono soddisfatto delle scelte fatte e della filosofia seguita. Il mercato di Santoro e Brienza mi ha trovato d’accordo su tutto e ho condiviso ogni mossa.
Lo testimonia, par di capire, anche l’ambiente. Dentro e fuori la squadra.
Direi proprio di sì. Si avverte un clima molto positivo.
Oltre al fatto di essere molto più coinvolto, rispetto a quella precedente l’estate appena passata è parsa molto più tranquilla...
L’anno scorso, anche in questo periodo, regnava l’incertezza più totale, per via soprattutto del fatto di aver tergiversato sulla posizione di Romeo Sacchetti, con una situazione che ha portato a un esonero a cinque giorni dal campionato che ha scombussolato tutti i piani.
Che sia partito tutto da lì?
Sicuramente è stato il peccato originale, al quale non si è riusciti a mettere una pezza, nonostante l’apporto e la fiducia concessi a Devis Cagnardi, che ha veramente cercato di fare il meglio con una squadra che non era e non poteva essere la sua. Potrebbe anche non risultare eccessivo affermare che forse in estate si è perso un anno.
Ma adesso si è voltata pagina e si respira un’altra aria.
Vero. Quello che abbiamo voluto fare con la ristrutturazione societaria è stato assegnare responsabilità ben precise sullo staff e squadra a due persone: Sandro Santoro, che ha sempre goduto della massima fiducia, e a Nicola Brienza, che abbiamo scelto in maniera convinta e che io ho accolto in maniera entusiastica.
Ne è uscita una signora squadra, coperta in tutti i ruoli.
Un organico completo, ben pensato e con due giocatori per ogni ruolo. Con grande interscambiabilità, specie nei lunghi: tra i quattro, forse Luca Possamai a parte che è centro puro, tutti gli altri possono ben giostrare in due posizioni.
Non si sta male nemmeno da altri parti...
Anzi. Abbiamo soluzioni all’altezza in ogni ruolo e due americani da sogno. Soprattutto se Tyrus McGee sarà in grado di confermare il suo status di potenziale fuoriclasse per la categoria e Basile si confermerà quel prospetto che mi ha fatto dire sì dopo le prime voci circolate.
Una scelta che magari qualcuno si aspettava diversa, con uno straniero più di nome...
Invece dico che abbiamo fatto bene a muoverci così. Una volta capito che il nome a effetto o il giocatore, “quattro” o “cinque” che fosse, crack modello McGee non poteva arrivare (il Varnado che si era prospettato, tanto per intendersi), prospetto per prospetto abbiamo scelto il meglio: giovane, già conoscitore del campionato, futuro garantito e possibilità di diventare italiano non da passaportato, bensì effettivo perché formato. Giusto puntare su di lui.
Le pare un roster che possa piacere anche ai tifosi?
Non ho alcun dubbio. Siamo una squadra estremamente coperta in tutti i ruoli e con i cambi che possono garantire un quintetto altamente competitivo come quello iniziale. Penso sia un particolare non di poco conto.
Nomi e curriculum che rappresentato una garanzia.
Gente abituata a questo campionato e a respirare l’area del piano superiore, in serie A. Penso alla regia e mi sento assolutamente tranquillo nel vedere uno come Andrea De Nicolao, un lusso che avremo la fortuna di avere in squadra, e a Fabio Valentini, che a Forlì ha fatto vedere tutto quello che di buonissimo vale.
La sentiamo bello carico.
Matteo Piccoli, altro esempio, è quella garanzia assoluta che noi in società e la gente sugli spalti si augura di avere sempre. Mi sembra un gruppo con tanta garra e Cantù, si sa, se combatti per la maglia, al di là di quello che è il valore tecnico, sei comunque già bello attrezzato per difendere questi colori.
C’è un’altra squadra della quale lei fa parte, ed è quella dirigenziale. Come vanno le cose, dall’altra parte della barricata?
Stanno andando molto bene. Quando abbiamo voluto inserire la novità della proprietà divisa in tre gruppi di azionisti (Cantù Next, Cantù Sports Holding e Tutti insieme Cantù), da subito si è deciso il fatto che non dovesse essere il consiglio di amministrazione ad approvare o bocciare ogni situazione tecnica.
Per cui?
Per cui si è scelto di affidare la responsabilità a Santoro in primis perché poi la condividesse con il tecnico e lo staff. E la storia dell’estate ci ha dato presto ragione, al di là dell’affidabilità dei soggetti delegati. Se ci sono occasioni, tipo quelle di mercato, da prendere o lasciare in una notte, per via magari del fuso orario, giusto che le si prendano. D’altronde l’input c’è stato, il budget messo a disposizione pure, e quindi carta bianca. Da parte nostra è ovvio che...
Ovvio che...
Un consiglio, il via libera, una parola di confronto, un parere: lo spazio per discuterne c’è e ci sarà sempre. Diciamo che fino adesso è stato sfruttato quando andava fatto. Ed è andata bene così.
Il Lorenzo Longhi ex cestista al posto di quale giocatore di oggi potrebbe andare in campo?
Il Longhi al quale vi riferite diciamo che non giocherebbe. E ciò nonostante i quattro anni di settore giovanile di Pallacanestro Cantù, quelli che mi hanno acceso la fiammella della passione. Ero però uno di quelli che davamo tutto, a dispetto della carenze tecniche. Ci mettevo voglia e impegno, sarei piaciuto ai canturini.
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